Flat tax, cos’è e a chi conviene
Nell’ultimo anno è diventata una delle parole più ricercate sul web e ascoltate in TV. Stiamo parlando della famosa flat tax: la tassa piatta diventata “oggetto” di propaganda della campagna elettorale dell’attuale Ministro dell’interno Matteo Salvini. Secondo quest’ultimo, la tassa piatta contrasterebbe il fenomeno dell’evasione fiscale, invogliando i cittadini a pagare le tasse e garantendo quindi maggiori entrate nelle casse dello Stato. Flat tax che però non è una novità, visto che fu già proposta da Silvio Berlusconi durante la campagna elettorale del 1994.
La caratteristica di questa tassa è l’eliminazione degli scaglioni IRPEF, introducendo un’unica aliquota fissa valida per tutte le fasce di reddito. Un sistema di pagamento che si differenzia da quelli a tassazione progressiva. Non sono mancate le critiche, visto che la riduzione delle tasse potrebbe causare un buco notevole nel bilancio dello Stato e aiutare soltanto chi detiene redditi elevati (chi attualmente paga il 43%), considerando che chi paga un’aliquota del 23% risparmierebbe solo il 3 o l’8 per cento. Ma secondo le ultime novità del governo giallo-verde ci sarà una flat tax a due aliquote: 15% e 20% per le famiglie e per le partite IVA e 15% per le imprese (oggi soggette all’IRES che ha un’aliquota pari al 24%). Per le famiglie con reddito inferiore agli 80.000€ annui l’aliquota sarà del 15%, mentre per quelle che superano questa cifra del 20%. Inoltre, ci saranno anche delle deduzioni fiscali: per nuclei familiari con redditi inferiori a 35.000€ sono previsti 3000€ di deduzioni, per quelle dai 35.0001€ a 50.000€ le deduzioni saranno limitate ai familiari a carico. Non ci saranno invece deduzioni per le famiglie che superano il reddito di 50.000€.
Nei Paesi baltici la flat tax ha apportato molti benefici, contribuendo alla crescita esponenziale del lavoro e del PIL. Attualmente la tassa piatta è in vigore in paesi come la Russia, Romania, Ungheria, Lettonia, Lituania, Estonia e Ucraina. In Italia sarà possibile?