Fili Pari, una start-up rosa che punta all’abbigliamento green
Moda e marmo combinati per creare uno stile unico e sostenibile. È questo lo scopo del progetto d’avanguardia di Fili Pari, una start-up milanese che punta a creare capi d’abbigliamento trasformando i sottoprodotti del marmo.
Alice Zantedeschi e Francesca Pievani sono le due giovani fondatrici della start-up che hanno deciso di combinare due elementi dell’eccellenze made in Italy, il settore tessile e quello lapideo, per creare qualcosa di unico. Dalla combinazione di questi due elementi nasce Marm/More. Si tratta di un materiale impermeabile, resistente, antivento, leggero e sostenibile.
In cosa consiste Marm/More?
«Si tratta di un composto liquido – spiega la co-founder di Fili Pari, Alice Zantedeschi – a cui aggiungiamo la polvere di marmo e che una volta solidificato si trasforma in un sottile microfilm da accoppiare su qualsiasi base di tessuto per realizzare i nostri capi».
Attraverso un processo industriale di spalmatura, la start-up riesce a creare accessori, impermeabili e giacche per arricchire gli outfit femminili. Perché si tratta di un progetto green e unico? Vengono utilizzati gli scarti di marmo derivanti dai sottoprodotti della pietra. Ovvero, recuperano il materiale destinato alla discarica per trasformalo in una nuova materia prima da utilizzare nel settore tessile.
«La particolarità del materiale che abbiamo sviluppato consiste nella capacità di essere impermeabile, antivento e resistente. In piщ, la palette dei nostri capi rispecchia la naturale tonalità del marmo, variabile a seconda della tipologia utilizzata», continua Zantedeschi.
La start-up si basa sull’economia circolare attraverso la filosofia dello “zero waste”. Con questa filosofia, la start-up milanese punta all’ottimizzazione dei consumi di materiale affinché vi sia il minor scarto possibile in ogni fase di lavorazione.
«L’economia circolare è alla base di tutte le fasi del nostro progetto: a monte recuperiamo gli scarti lapidei per produrre il nostro Marm/More a valle del processo, invece, diamo la possibilità alle nostre clienti di restituirci i capi che non usano più, per trasformarli in un nuovo prodotto. Senza dimenticare che anche il tessuto in esubero derivante dal taglio della confezione dei capi viene utilizzato per realizzare piccoli accessori. In questo modo cerchiamo di chiudere il ciclo e di essere al fianco del consumatore con cui vogliamo condividere i nostri valori in modo trasparente», aggiunge la co-founder di Fili Pari.
Uno sguardo all’ambiente
Fili Pari ha uno sguardo particolare all’ambiente, senza tralasciare l’economia territoriale. Infatti, il progetto ha come obiettivo la promozione della filiera corta valorizzando le eccellenze dell’artigianato locale. Attraverso la promozione di un processo produttivo sfruttando la filiera corta vi è non solo una riduzione dei costi di gestione, ma anche una garanzia del prodotto. La start-up, infatti, sottolinea come abbia creato una filiera geolocalizzata nel Nord Italia comprendente un raggio d’azione di circa 120 km. Puntando al recupero delle polveri di marmo delle aziende di Verona, Bergamo e Carrara. Dal tessuto di Marm/More vengono confezionati i capi venduti direttamente al consumatore finale, senza l’utilizzo di intermediari, al fine di avere prezzi più trasparenti e ottenere una garanzia di qualità.
Il futuro cosa riserva alle due giovani startupper?
«Tra qualche giorno lanceremo la nuova collezione che mixa tessuti naturali come lana e cotone con il nostro tessuto tecnico Marm/More su capi iconici quali cappotti, trench, capispalla che non possono mancare nel guardaroba di una donna. Inoltre, stiamo lavorando a nuove tecnologie da impiegare nel settore tessile, sfruttando il know-how acquisito grazie al riutilizzo delle polveri di marmo. Marm/More a oggi è disponibile nelle linee di abbigliamento e arredo, ma siamo in fase di sviluppo per utilizzare il nostro materiale anche nel settore calzaturiero e nell’automotive», conclude Alice Zantedeschi.