Ferragni, boom di visitatori alla galleria degli Uffizi

Una visita della durata di un’ora e mezza, quella di Chiara Ferragni, alla Galleria degli Uffizi, che ha impennato gli ingressi del museo fiorentino. Numeri da record, quindi, quelli registrati dopo la visita dell’influencer. Oltre 9.300 visitatori con un +27% di giovani, rispetto al week end precedente.
Ad accompagnare tale visita è stato il direttore Eike Schmidt, il quale ha molto apprezzato la visita della Ferragni:
«L’influencer si è appassionata ai dipinti di Botticelli, ma non solo la Venere e la Primavera, soprattutto, “Le storie di Giuditta”, e “L’adorazione dei Magi” con autoritratto dell’artista. La sua visita ha solo avuto un effetto benefico sul complesso museale, sono venuti a trovarci circa 761 ragazzi in più rispetto allo scorso fine settimana».
Non solo complimenti, però, quelli rivolti alla Ferragni. L’influencer è stata investita anche da molte polemiche. A suscitare scalpore, sembrerebbe essere stato uno scatto per Vogue Hong Kong, scatto avvenuto in compagnia del dipinto “la Venere di Botticelli”.
I numeri del 2019
Era solo il 2019, quando le Gallerie degli Uffizi avevano registrato numeri alquanto soddisfacenti: un accrescimento dei visitatori (+6,1%) e dei ricavi (+3,2%). Il numero delle presenze sembra sia passato da 3.297.897 a 4.391.895 (+33,2%).
Grandi numeri anche quelli riguardo i ricavi. Essi, infatti, dal 2014 al 2019, hanno subito un raddoppio (+118%) passando da 16 milioni a 35 milioni di euro. Tra questi, oltre 30 milioni, derivano dalla bigliettazione. Le Gallerie degli Uffizi, oltre ai numeri record, lo scorso anno, si sono stabilite anche ai vertici delle preferenze museali, risultando di fatto il museo italiano più frequentato.
Al secondo posto, secondo la classifica del Mibact (Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo), si piazzerebbe la Galleria dell’Accademia di Firenze e al terzo posto il Museo Egizio di Torino. Il museo fiorentino, secondo statistiche Mibact, sarebbe anche l’istituto culturale con la maggiore crescita di visitatori in termini assoluti (+254.168) seguito da Pompei (+156.538), Castel Sant’Angelo (+83.705) e la Galleria Nazionale delle Marche (+71.476).
Una bellezza sotto gli occhi del mondo
Del museo fiorentino, se ne parla in tutto il mondo. In particolare lo scorso anno si è molto dibattuta la questione del dipinto “il vaso di fiori” di Jan Huysum. L’opera trafugata dai nazisti a Firenze durante la seconda guerra mondiale e restituita dopo 75 anni a Firenze solo nel luglio dello stesso anno. Tra le testate più famose che di frequente raccontano della bellezza museale fiorentina, ricorrono: Financial Times, Forbes, CNN, New York Times e molti altri.
È Eike Schmidt a commentare la popolarità raggiunta dal museo:
«Durante la bassa stagione, registriamo oltre 200mila visitatori al mese. L’aumento dei ricavi viene speso in maniera virtuosa, aiutando economicamente musei meno frequentati a Firenze (il Museo Archeologico Nazionale e quello dell’Opificio delle Pietre Dure) e per finanziare nuovi progetti scientifici, iniziative di educazione, molti importanti restauri dei nostri capolavori, e la messa in sicurezza delle strutture architettoniche degli Uffizi, di Palazzo Pitti e del Giardino di Boboli».
Breve storia del museo
In pochi conoscono la vera destinazione del museo fiorentino. La galleria degli Uffizi, infatti, non era destinata ad essere un museo, ma fu ordinato nel 1560 da Cosimo I de’ Medici, primo granduca di Toscana, per raggruppare gli uffici amministrativi e giudiziari di Firenze. Per la realizzazione di tale impresa fu scelto Giorgio Vasari, il quale ideò l’edificio con una forma ad U, con un portico a colonne doriche. Vasari costruì anche un corridoio, dal quale prende il nome, che di fatto unisce gli Uffizi al Palazzo Vecchio, Palazzo Pitti, passando su Ponte Vecchio, prima di raggiungere il Giardino di Boboli.
Gli Uffizi furono completati soltanto dopo la morte di Vasari (1574) e di Cosimo I da un altro architetto, Bernardo Buontalenti e il granduca Francesco I de’ Medici. Si deve a loro la realizzazione della Galleria, allestita nel 1581, al secondo piano dell’edificio. Oltre alle opere antiche della dinastia, furono accumulate ed esposte gemme, armi e strumenti scientifici, tra cui quelli appartenuti a Galileo. Con un patto, Anna Maria Luisa de’ Medici, legò per sempre quegli oggetti preziosi alla storia di Firenze, e nel 1789, grazie alla guida del granduca Pietro Leopoldo, la galleria fu aperta finalmente al pubblico.
Se da una parte le polemiche social sono state molte, d’altro canto, la visita della Ferragni ha dato nuova luce ad uno dei musei italiani più prestigiosi. Dopo la venere di Botticelli, è la volta dei Musei Vaticani a Roma, la Basilica di Santa Caterina a Galatina e molte altre. Un viaggio tutto italiano, che sembra dare spunto ai tanti esterofili, che seguendo l’esempio dell’influencer, daranno una boccata d’aria al turismo del Bel Paese.