L’Economia di Sanremo
(Di Raffaele Cimmino) Posatasi la polvere del Festival di Sanremo, anche se non ancora sopite le polemiche collaterali, vale la pena dare un’occhiata al circuito economico che è alimentato dalla storica kermesse canora. Da un rapporto della società di consulenza EY, pare che il giro d’affari prodotto da Sanremo 2024 equivalga a 205 milioni di euro, di cui 77 di valore aggiunto (rapportabile al Pil). La crescita rispetto all’edizione precedente è di 6 milioni di euro ed è dovuta principalmente a una maggiore raccolta pubblicitaria, stimata a 56 milioni di euro.
Sul totale di 205 milioni, gli impatti indiretti e indotti sono circa 125 milioni di euro. La pubblicità e gli sponsor concorrono per circa 148 milioni di euro, mentre il valore generato dagli investimenti è valutato in 44 milioni di euro. Significativo è l’impatto sui posti di lavoro per la realtà sanremese. Sono infatti 1300 i posti di lavoro a tempo pieno, di cui 860, tra catering, alloggio, servizi pubblicitari e produzione cinematografica, televisiva e musicale, derivati da effetti indiretti dell’evento. Il solo valore della pubblicità e degli sponsor è valutato in 148,2 milioni di euro, quello dei soli investimenti 44 milioni di euro circa
Naturalmente, il primo beneficiario del Festival è direttamente il territorio sanremese. L’evento in sé genera infatti un ecosistema che vale più di 18 milioni di euro per le attività locali. Ogni anno più di 40 mila persone convergono sulla località del ponente ligure. Questo flusso di presenze impatta su hospitality (quasi 9 milioni di euro), food & beverage (2 milioni di euro), shopping (2 milioni di euro incluse spese al Casinò e ticketing dell’evento) e trasporti (0,6 milioni di euro). Un trend positivo che negli ultimi cinque anni ha registrato una crescita media annua dell’11 per cento. A questo va aggiunto il contributo Rai di circa 5 milioni di euro al Comune di Sanremo, poi utilizzato per investimenti sul territorio.
Non ultima, la Rai fa del Festival un importante veicolo di risorse. A partire dagli sponsor attratti da un consenso cresciuto stabilmente negli ultimi anni. Lo dimostrano i dati di share medio che negli ultimi anni superano i 10 milioni di telespettatori per ognuna delle cinque serate, con quelli dell’edizione 2024 che rischiano di essere ancora migliori.
L’industria musicale trae da Sanremo un importante ritorno in termini di vendite e di popolarità degli artisti. E si sa che la seconda traina la prima. Anzi, il Festival di Sanremo, è il vero motore del mercato discografico italiano, che gode al momento di discreta salute. Nel complesso il mercato musicale fa osservare una crescita del 14,5% trainata soprattutto dal digitale (+15,6%), mentre gli abbonamenti in streaming crescono del 18%, e anche il fisico registra numeri positivi (+12,7%) spinto soprattutto dal grande ritorno del vinile (+17,6%). Secondo i dati FIMI (Federazione dell’industria musica italiana) i brani in gara nella scorsa edizione, hanno superato per la prima volta il miliardo di riproduzioni (+23% sul 2022). Per l’edizione 2024, invece, si potrebbero superare i 56 milioni di raccolta in pubblicità, secondo la stima del Sole 24 Ore.
Insomma, una cosa è certa: a Sanremo non si tratta solo di canzonette come cantava ormai decenni fa Edoardo Bennato, in un suo fortunatissimo disco. L’industria musicale italiana è un settore economico importate e in salute e Sanremo è la sua Mecca.