Economia campana in crescita
In Campania il 2022 ha segnato una forte ripresa economica, con nuove figure imprenditoriali e crescita delle attività
Luigi Leva, analista della Banca d’Italia di Napoli, ha affermato che in Campania, nonostante la crisi energetica, è cresciuta l’attività economica e nel 2022 ci sono stati risultati positivi, con “dinamica al rialzo per costruzioni e servizi, una manifattura stabilizzata sui livelli 2021 ma non ancora arrivata ai livelli del 2019”, come riportato su ANSA.
L’attività economica ha avuto una forte ripresa, con crescita di attività del 3,5%. Il settore delle costruzioni ha riportato un valore aggiunto del 10,6%. Le opere pubbliche registrano una ripresa del 4%, in aumento l’export campano, specie in settori come l’alimentare, il farmaceutico e i mezzi di trasporto.
Come è intuibile, il “dopo-pandemia” registra un recupero dei flussi turistici in Campania, decisamente cresciuti rispetto al 2021, ma non ancora gli stessi standard del 2019. Mercato dei crediti in calo, infatti sono diminuiti nel 2022 i prestiti richiesti alle banche, e probabilmente continueranno a calare poiché sono in aumento i tassi di interesse.
Nonostante ci siano sul tavolo già 13 miliardi di euro per la Campania, i fondi Pnrr sono ancora in assegnazione, “Il 31% delle risorse saranno gestite da amministrazioni centrali, mentre il 69% è gestito dalle Regioni e dai Comuni. In particolare la Campania presenta dei tempi di attuazioni di opere che si discostano dalla media italiana per la propria lentezza”.
Dati formulati da Unioncamere Campania fanno emergere che alla fine del 2022 si sono registrate sul territorio campano 611.627 imprese, di queste l’83% sono attive e il 35,9% sono stanziate nel comparto produttivo del commercio.
Il mercato è stato fortemente influenzato da nuove figure imprenditoriali femminili, da under 35 e da stranieri. Il dato regionale di imprese under 35 equivale all’11,3 del tessuto regionale, superiore al dato nazionale sulla media italiana che registra il solo 8,7%. Infine, le imprese “femminili” superano di poco il dato nazionale: 22,8% contro 22,2%. Per il dato delle imprese a partecipazione/conduzione di stranieri, quello regionale è inferiore a quello nazionale: 8,3% contro 10,8%.