Domowave, startup che unisce lo stile italiano alla tecnologia
Viviamo in una epoca in cui si sente spesso parlare di startup. Domowave è riuscita ad unire il classico stile italiano alla tecnologia. I fondatori di questa startup italiana hanno creato una scrivania smart. Il loro prototipo è arrivato anche oltre oceano, in Silicon Valley.
Il protagonista di questa startup è Manuel Rinaldi. È un giovane ingegnere ed imprenditore di Pozzuoli, in provincia di Napoli, e si definisce “ossessionato dal progresso, dal design e dall’eccellenza”.
Ho avuto la possibilità di conoscere Manuel ed il suo progetto durante un’intervista. Per molti giovani laureati risulta difficile realizzare il proprio sogno e tendono a “scappare” dall’Italia. Lui non si è perso d’animo e si è rimboccato le maniche, portando alla luce il suo progetto.
Due chiacchiere con il CEO di Domowave
- Siamo in un’epoca in cui il mondo si avvicina sempre più alle startup, cosa ti ha spinto a crearne una?
L’amore per l’innovazione. Il concetto stesso del creare qualcosa che prima non esisteva, è un aspetto che mi ha da sempre affascinato. Deriva da una tensione creativa, la stessa che avverte un pittore nell’impugnare un pennello o uno scrittore davanti ad una tastiera. Ciò che viene alla luce è sempre frutto degli strumenti espressivi a noi più congeniali. Nel mio caso, aggiungerei che una formazione universitaria ingegneristica ha affiancato competenze tecniche a quelle creative. Insegnandomi che anche i problemi più complessi, se suddivisi in tanti sotto-problemi più piccoli, diventano approcciabili.
In più considera che l’innovazione ha oramai abbracciato tantissimi aspetti della nostra quotidianità. Spesso non ci rendiamo conto che nostre tasche e ai nostri polsi abbiamo smartphone e smartwatch più potenti di super-computer rispettivamente degli anni ’90 e ’80.
Le abitazioni stanno iniziando solo recentemente ad essere coinvolte da tutto ciò. Abbiamo termostati, luci e speaker smart. Il tutto spesso controllabile da assistenti vocali. Ma c’è ancora moltissimo da fare, è un settore fortemente inesplorato che ritengo esploderà nel corso del prossimo decennio.
- Come nasce l’idea di combinare il classico stile italiano e la tecnologia attraverso la creazione di una scrivania smart?
Il design italiano rappresenta una delle nostre eccellenze per antonomasia. Non c’è ambito che non sia stato toccato, reinterpretato e rivoluzionato dalla matita di italiani.
Ciò che è più affascinante è che il design non è mai pura espressione di stile astratto ma sempre un connubio inscindibile tra estetica e funzionalità. Quando una linea riesce ad essere non solo “bella” ma bella anche attraverso il suo compito di esplicare una funzione, ritengo che ci si trovi davanti ad un buon lavoro.
La domanda che ci siamo posti è stata: in che modo possiamo avvolgere con delle linee questi componenti elettronici? Posso assicurare che la risposta è tutt’altro che scontata. È stato necessario un lavoro di profonda ricerca concettuale. Talvolta bisogna sfiorare un’estrema complessità per poi liberarsi di tutto ciò che non è necessario e giungere ad un’essenza stilistica e funzionale.
Abbiamo lavorato per mesi nel ricercare ed esprimere delle linee che potessero essere riconoscibili, funzionali e minimali. Linee che potessero non solo integrare ma avvolgere la tecnologia, in modo armonioso. Come se fosse naturale per un mobile avere determinate componenti, come se fossero sempre esistite. Tutto ciò nell’obiettivo di non far percepire quella tecnologia come un elemento estraneo ma piuttosto come un’estensione naturale della propria produttività.
- La vostra creazione è stata classificata come un luxury product, puoi descrivercelo?
Certamente. La mia volontà di base è sempre stata quella di voler esprimere fortemente l’identità italiana, proiettandola nel futuro. Sperimentando l’integrazione di tecnologie quali ricarica wireless, serrature elettroniche, luci ambientali adattive e molto altro ancora.
Non c’è, però, futuro senza passato. Il mio concetto di progresso non è quello di spazzare via tutto ciò che c’è stato prima. Al contrario. Da qui la scelta dei materiali, utilizzando legno italiano di qualità ma, soprattutto, di un processo produttivo che unisce alta tecnologia all’artigianalità.
Ogni scrivania Domowave viene lavorata, assemblata e rifinita a mano. Tutto ciò, unitamente alla componente del design di cui sopra ed una cura maniacale dei dettagli, ha fatto sì che quando ci siamo trovati ad esporre il prodotto negli Stati Uniti, questo venisse immediatamente percepito e classificato dagli investitori californiani come di lusso.
- Tu e il tuo socio vi siete ritrovati a presentare il prototipo della vostra creazione in Silicon Valley, raccontaci la vostra esperienza.
Posso riassumere il tutto in quattro parole: adrenalina allo stato puro! Volendo essere più esplicativo, è stata un’esperienza altamente formativa. Un qualcosa che, sebbene non sia per tutti, consiglierei a tutti di fare.
Quel che mi sento di esprimere, è che la Silicon Valley non è importante in sé per sé quanto luogo geografico ma per quel che rappresenta. Il luogo con la più alta concentrazione al mondo di colossi tecnologici, startup ed investitori.
Stare in fila da Starbucks con un dipendente Tesla, avere come coinquilino un ingegnere Apple, andare a bere una birra e ritrovarsi a fare amicizia con dipendenti Facebook e Airbnb. Sono tutte cose che ci sono accadute e che, sebbene sembrino non apportare un beneficio concreto al proprio progetto, fanno tutta la differenza del mondo a livello di condizionamento psicologico. Ti senti nell’epicentro dell’innovazione, nel luogo in cui viene creata e plasmata ogni giorno. Dove tutto sembra essere possibile.
C’è anche un altro fattore da considerare. Lo startupper per sua natura è un po’ un outsider. Ciò è ancora più vero in Italia, dove il più delle volte il proprio interlocutore non conosce nemmeno la parola startup.
Trovarsi in un posto dove, da tutte le parti del mondo, arrivano ragazzi con progetti più disparati ma con le tue stesse motivazioni, aspirazioni, entusiasmo, che molto spesso hanno vissuto le tue stesse difficoltà lavorative e finanziarie, è meraviglioso. Di colpo non ti senti più solo. Il livello di cooperazione, supporto e contaminazione di idee, raggiungono livelli difficili da spiegare a chi esperienze come queste non le ha vissute.
- Che tipo di feedback avete ricevuto per la vostra idea?
Inizio con il dire che abbiamo avuto modo non solo di avvicinare ma di avere incontri privati con alcuni tra i più importanti venture capitalist, angel investor e startupper al mondo. Ognuno di loro è stato in grado di dare una propria lettura alle nostre idee, arricchendole con considerazioni, riflessioni ma soprattutto suggerimenti.
Elementi che abbiamo utilizzato come un enorme patrimonio per rifinire e rafforzare le nostre strategie, sia a livello di prodotto che societario. Ciò che ci ha colpito di più però, è stato quanto questi feedback, nel loro complesso, fossero positivi e ci incoraggiassero a continuare ancora più duramente nel nostro lavoro. Ci hanno dato la consapevolezza di essere sulla strada giusta.
- Come avete promozionato il vostro prodotto?
Una campagna di marketing non è un elemento che può essere improvvisato. Sono necessarie pianificazione, sviluppo del brand, strategie comunicative e molto altro. Elementi ancora più vitali quando si pensa ad un prodotto nuovo, di un’azienda nuova che non è mai stata presente prima sul mercato.
In tal senso ci siamo mossi collaborando con Valentina Corbetta e la sua agenzia di marketing Quaab, con sede a New York. Il mio consiglio è sempre quello di lavorare solo ed esclusivamente con persone con le quali si ha un’autentica condivisione di valori. Con Valentina ciò non potrebbe essere più vero, essendo lei una persona poliedrica e vulcanica ma allo stesso tempo professionale, talentuosa e con una profonda conoscenza del mercato americano.
Insieme stiamo lavorando intensamente alla campagna di crowdfunding del prodotto, che lanceremo sulle principali piattaforme mondiali: Kickstarter ed Indiegogo. La nostra scrivania sarà inizialmente disponibile lì in prevendita. Immediatamente dopo ci sposteremo su piattaforma e-commerce e strategie di partnership con retail fisici.
Il lavoro che stiamo svolgendo è mirato ad enfatizzare ancora una volta tutta la nostra componente di italianità, trasmettendo la passione che ci ha spinto a creare Domowave e l’ossessione verso la qualità ed i dettagli che riversiamo nei nostri prodotti.
L’innovazione nello stile Made in Italy
Ringrazio Manuel Rinaldi per aver accettato e concludo questo pezzo con la descrizione che hanno dato di Domowave. Essendo un pezzo Made in Italy presentato nel mondo ve la propongo sia in inglese che in italiano.
“Design, Technology, Quality and Craftmanship come together effortlessly in a Domowave Smart Furniture. A range of tech features that perfectly complement your lifestyle, in high-quality materials shaped by skilled Italian artisans”.
“Design, tecnologia, qualità e artigianato si fondono senza sforzo in un Domowave Smart Furniture. Una gamma di caratteristiche tecnologiche che completano perfettamente il tuo stile di vita, in materiali di alta qualità plasmati da abili artigiani italiani”.