Distanza sociale, feste in crisi da Covid-19
Il Coronavirus mette in crisi anche gli eventi importanti come le feste di compleanno, battesimi e comunioni. Ma a pagarne il prezzo più caro sono i futuri sposi. Le coppie prossime al matrimonio si sono visti sfumare il proprio sogno a causa dell’emergenza sanitaria in corso. Sono 17 mila i matrimoni annullati nel nostro Paese tra marzo e aprile. Dove oltre altri 50 mila sono in forse tra maggio e giugno.
Assoeventi, l’Associazione di Confindustria del settore, sottolinea che la perdita stimata in questo periodo è di circa 26 miliardi. Ed ha causato un calo di ricavi dell’80-100%.
Un buon 2019
In Italia nel 2019 ci sono stati quasi 220 mila matrimoni, un giro di affari stimato in 540 milioni di euro. Dove la spesa minima per ogni evento nuziale si aggirava intorno ai 55 mila euro. E ha generato 463 mila arrivi e più di 15 milioni di presenze ancora in crescita.
Le percentuali
La primavera è il periodo preferito per dare luogo a feste di vario genere. Da un’indagine di Facile.it emerge che più di 5.1 milioni di famiglie italiane, pari a 27.6%, hanno dovuto annullare i festeggiamenti per causa Covid-19. Anche se molti avevano già sostenuto in parte o in toto i costi legati al proprio evento. Una percentuale che aumenta al 32.8% nel Sud e nelle Isole. Che sale maggiormente al 35.7% in un nucleo familiare con 4 o più componenti.
In evidenza nell’indagine si notano i casi legati alle feste di compleanno di adulti e bambini. Previsti in sale affittate dove il 13.7% delle famiglie è stato costretto ad annullare. E più della metà il 50.8% addirittura non è riuscita ad avere un rimborso. Ma per alcuni fortunati il 13.4% dei rispondenti, ha ottenuto un rimborso complessivo. Oppure al 22.9% che ha avuto la possibilità di riutilizzare la somma pagata, scegliendo un’altra data.
Mentre oltre 1.1 milioni di famiglie erano coinvolte in matrimoni che sono stati inevitabilmente annullati. Di questi il 29.1% non ha ottenuto alcun rimborso per i divieti sanciti da norme locali e nazionali. L’emergenza da Covid-19 costituisce causa di forza maggiore, dove porta gli organizzatori ad una sorta di impossibilità di adempiere al rimborso. Ed al cliente non resterà altro che rimandare con la riprogrammazione dell’evento a fine emergenza sanitaria.
Ciò che ruota intorno agli eventi
Intorno alle cerimonie sono tanti i settori coinvolti nella crisi da coronavirus, che si susseguono creando una reazione a catena. Intorno ai matrimoni ruotano 83 mila aziende ed occupano 1 milione di lavoratori. L’emergenza in corso ha colpito 8.500 location. Oltre 2.500 fioristi, 2 mila catering, 8 mila fotografi, 600 musicisti e 3.500 wedding planners. Secondo Assoeventi il business dei matrimoni nel nostro Paese vale circa 40 miliardi di euro l’anno. Tra abiti, bomboniere, arredi, fiori e tutto ciò che comprende la categoria wedding.
Il commento
A tal proposito a sottolineare la questione wedding è lo stilista napoletano Gianni Molaro. Che nel noto programma di Rai Due “Detto Fatto” fa tutorial sugli abiti nuziali.
<<Voglio ricordare che i mobilifici nell’anno 2018 hanno avuto un fatturato di 7.5 miliardi, di cui 4 miliardi in Italia. Considerando che il 90% dell’arredamento è acquistato dalle future coppie di sposi. E sempre nel 2018 i fiorai italiani hanno avuto un fatturato di 5 miliardi provenienti da 196 mila matrimoni. I matrimoni da sempre rappresentano un indotto a cui si uniscono altre numerose maestranze. Sono 7 mila le aziende che producono le bomboniere. Circa 600 i punti vendita sparsi su tutto il territorio nazionale. Che vantano un fatturato di circa 800 milioni di euro, che danno occupazione a oltre 30 mila persone. Ed inoltre i fotografi che ogni anno fatturano 400 milioni di euro, unicamente grazie al settore wedding>>.
L’aiuto chiesto al governo
Ora l’industria dei matrimoni chiede aiuto al governo attraverso una petizione partita da Camelia Lambru e Mariangela Savonarota. Titolari dell’Italian Wedding Awards, ovvero l’Oscar Internazionale dei Matrimoni.
Nella petizione viene chiesto un piano urgente di sostegno fiscale e previdenziale, a imprese e professionisti. Per la costituzione di un codice Ateco per l’organizzazione dei matrimoni. E quindi si richiede un sostegno immediato per un contributo mensile di 6 mesi che va da marzo ad agosto. In modo da far sopravvivere le aziende che si trovano in difficoltà. E di dare una garanzia di accesso al credito, prestito a fondo perduto o a tasso zero.
La corsa al 2021
La corsa al 2021 è già partita e procede incessante. Molti dei matrimoni previsti per il 2020 saranno posticipati al prossimo anno, e secondo la Wedding Planner pescarese Simonetta Quieti.
<<Sarà l’anno dei matrimoni infrasettimanali e invernali, perché la maggior parte delle altre date sono già impegnate. I Wedding Planner e gli sposi sono in difficoltà, perché bisogna trovare nuove date in cui tutti i fornitori sono disponibili. Il lavoro che dobbiamo fare è quello di unire tutte le figure coinvolte. Una situazione difficile, dove ci sono fotografi che hanno chiuso la partita Iva. Dove non c’è la certezza di una riapertura, ed è forte il rischio che in alcuni casi si perdano soldi già anticipati. Chi doveva sposarsi tra maggio e giugno sta cercando di spostare la cerimonia a settembre o ottobre. Ma io sono convinta che celebrare un matrimonio tradizionale per ora non se ne parli. Perché se prendiamo ad esempio un banchetto che di solito è composto da centinaia di persone, di fatto costituisce un’assembramento>>.
E quindi immaginare il giorno più bello della vita, senza il bacio tradizionale e con la distanza sociale. Il che significa zero abbracci di parenti ed amici diventa davvero impensabile in queste feste. I fiori d’arancio dovranno attendere inevitabilmente un futuro migliore.