Disabilità, stanziati 830 milioni in manovra
Sono oltre tre milioni e centomila in Italia le persone con disabilità, pari al 5,2% della popolazione. Gli anziani sono i più colpiti: quasi un milione e mezzo gli ultrasettantacinquenni in condizione di disabilità, dei quali 990 mila sono donne. È quanto emerge dal rapporto Istat “conoscere il mondo della disabilità”, in un incontro organizzato dal CIP (Comitato Italiano Paralimpico) e dall’INAIL (Istituto Nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro) alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, presentato in occasione della Giornata delle persone con disabilità.
Oltre seicentomila persone con limitazioni gravi, vivono in una situazione di grande isolamento, senza nessuna rete su cui contare in caso di bisogno. Di queste, ben duecentoquattromila vivono completamente sole. La situazione si aggrava se si pensa che il 5.3% dei disabili italiani non sente e il 6.6% non è vedente. Pesa come un macigno anche il conseguente dato sulle difficoltà psicologiche: più dell’ 8.5% dei disabili soffre di depressione in forma grave. L’assenza delle istituzioni, servizi scarsi, barriere architettoniche, l’impossibilità di accedere alla sanità, o di frequentare la scuola, nell’indifferenza assoluta tra discriminazioni e pietismo. Situazione disastrosa dove si evidenzia che vivere con una disabilità in Italia equivale ancora a una condanna. Dal 1 Gennaio 2020 verrà istituito un ufficio permanente per le persone con disabilità a Palazzo Chigi (sede del governo italiano).
“Sarà un momento per coordinare meglio il lavoro delle diverse amministrazioni”. Stanziati 830 milioni nel triennio nella nuova legge di bilancio, per le misure a sostegno delle persone disabili: lo annuncia il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, al termine dell’incontro a Palazzo Chigi delle Federazioni che rappresentano le persone disabili Fish e Fand.Con. “Partiremo con cautela nel primo anno, ma al regime le somme diventeranno cospicue” promette il Premier.
Un altro tasto dolente, quello dell’avviamento al lavoro, con la Legge 68 del 1999 che secondo le Associazioni – dalla federazione italiana per il superamento dell’handicap (Fish) alla federazione tra le Associazioni Nazionali delle persone (Fand) – andrebbe profondamente rivista, affinché possa svolgere davvero un ruolo di promozione dei disabili nei luoghi di lavoro. I numeri, d’altronde parlano chiaro: almeno il 50% dei disabili che potrebbe lavorare, sono ancora disoccupati. Pesa la situazione anche per quanto riguarda la scuola, con il sostegno a singhiozzo nelle statali e contributi insufficienti nelle paritarie (lo Stato riconosce ad ogni studente disabile meno di un decimo di quanto speso per un disabile nella prima). Situazione imbarazzante anche per quanto riguarda la violenza a carico di donne disabili. La presenza di barriere architettoniche, soprattutto negli ambulatori, dove l’inaccessibilità delle strumentazioni provocano molti disagi alle donne con una disabilità fisica durante gli screening: in Italia ci sono 5 ambulatori ginecologici adatti a ricevere pazienti con disabilità (uno a Roma, uno a Napoli, due a Torino e uno a Bologna).