Democrazia nel mondo, alcuni dati
Cosa vuol dire vivere in democrazia? Significa avere il diritto di scegliere i propri rappresentanti negli organi di rappresentanza.
Le persone in un paese democratico hanno il diritto di prendere parte a decisioni importanti, cosa che li fa sentire rispettati e integrati nella comunità dove vivono.
Lo strumento per valutare l’indice di democrazie nei paesi del mondo è il democracy index. L’indice viene calcolato dal settimanale The Economist, che si occupa dello status democratico in 167 paesi. Più nel dettaglio se ne occupa l’Intelligence Unit del settimanale londinese. Questa basa i suoi dati sulla base di cinque parametri:
- processo elettorale e pluralismo,
- libertà civili,
- funzione del governo,
- partecipazione politica,
- cultura politica.
Le varie categorie
Le nazioni in base al grado democratico sono suddivise in quattro diversi regimi: “Democrazie complete“, “Democrazie imperfette“, “Regimi Ibridi” e “Regimi autoritari“. Dunque non in tutti i paesi vige questa parola composta da dieci lettere.
A ciascuna di queste categorie viene assegnato un punteggio come media ponderata di 60 quesiti. Molte risposte sono valutate da esperti che assegnano un punteggio di 1 corrispondente al si o no, oppure 0,5 per risposte non nette. Per ogni macrocategoria alla fine viene assegnato un punteggio da 0 a 10 in base alla media dei voti e si stila una classifica. La democrazia piena va a tutti i paesi che superano il punteggio di 8; quella incompleta oscilla tra il 6 e l’8; l’ibrido tra 4 e 6; l’autoritario da 4 a scendere.
Il caso italiano
Nella democrazia completa i paesi vivono una democrazia non completa. E questo è il caso dell’Italia. Il bel paese ha un Democracy Index di 7,98 (21esima posizione della graduatoria). Più o meno allo stesso livello sono situati paesi come Stati Uniti, Giappone, Corea del Sud e Costa Rica. Queste nazioni presentano falle nel loro sistema democratico, cosa che non presentano le democrazie perfette. Al mondo sono 22 i paesi dove le persone godono pienamente dei loro diritti civili e politici. In testa a questo gruppo troviamo la Norvegia con un punteggio di 9,87. Nel podio dei paesi a democrazia perfetta rientrano l’Islanda (9,58) e la Svezia (9,39).
Il risvolto della medaglia
Il risvolto della medaglia è rappresentano da quei paesi che hanno un punteggio estremamente basso e quindi sono catalogabili nel gruppo dei regimi autoritari.
Fanalini di coda sono la Corea del nord col punteggio più basso 1,03. Seguita nel podio da Repubblica democratica del Congo (1,3) e Repubblica Centrafricana (1,32). In queste nazioni il pluralismo politico è fortemente limitato o in certi casi assente.
L’ultimo gruppo dei quattro è costituito dai regimi ibridi. In queste nazioni avvengono spesso scorrettezze e brogli durante le elezioni politiche. Tra essi l’Ucraina (5,90), l’Albania (5,89) e il Bangladesh (5,88).
Volgendo lo sguardo alla popolazione che vive in tutti questi regimi emerge un dato sconfortante. Tra tutti questi paesi solamente il 5,7% della popolazione vive nei 22 paesi considerati democraticamente perfetti. Il 35,5% delle persone vive in paesi dove vigono regimi autoritari come Cina, Russia e Iran.
Il valore medio mondiale dell’indice è in calo rispetto al 2018: passa da 5,48 a 5,44, il peggior risultato da quando l’indice viene pubblicato.
Mentre alcune aree sono rimaste stabili come l’Asia, altre hanno peggiorato il valore medio. Una di queste è l’Africa subsahariana, composta dal 50% da regimi autoritari. Così come Medio Oriente, Nord Africa e anche l’America Latina a causa soprattutto dei tumulti in Bolivia e Venezuela. L’Europa orientale continua a soffrire la mancanza di una cultura democratica consolidata, con un indice costantemente in declino dal 2006.