Decreto rilancio e contributi a favore delle imprese in difficoltà

Il coronavirus ha colpito duramente la nostra economia, improvvisamente gli imprenditori si sono trovati costretti a chiudere le proprie attività.
Il Governo è intervenuto con il Decreto Cura Italia e a seguire con il Decreto Liquidità nel tentativo di garantire a imprese, lavoratori autonomi e professionisti le risorse necessarie a far fronte all’emergenza economica da Coronavirus.
A partire dalla moratoria che ha congelato, fino al 30 settembre, le linee di credito in conto corrente, le scadenze di prestiti a breve e le rate di prestiti e canoni in scadenza, per passare ai 400 miliardi stanziati per un più facile accesso al credito attraverso il sistema di garanzie statali messo in campo da SACE e con il potenziamento del Fondo di Garanzia per piccole e medie imprese. La cassa integrazione per i lavoratori dipendenti, senza dimenticare le misure finalizzate ad assicurare la continuità aziendale e il rinvio di adempimenti fiscali.
Ma tutto questo è stato sufficiente a mantenere in vita le aziende italiane?
I dati Istat dicono di no, infatti, solo nel primo trimestre del 2020 hanno chiuso ben 9000 aziende.
Questa moria è un chiaro segno che le misure poste in essere dal governo non sono sufficienti.
Infatti le scadenze fiscali sono state prorogate solo per alcune aziende, la cassa integrazione l’hanno ricevuta in pochi e i famosi 25.000 euro garantiti dallo stato sono andati solo alle attività che li avrebbero ricevuti anche senza garanzia statale. In parole povere le aziende che prima del coronavirus “sopravvivevano” ora sono chiuse e, purtroppo in tanti sono rimasti senza lavoro.