Dazi Europa-America: Vulnerabilità aerospaziale e protezionismo commerciale

Il settore aerospaziale europeo, nonostante la sua eccellenza tecnologica e produttiva, è particolarmente vulnerabile alle politiche commerciali degli Stati Uniti. La rivalità tra Airbus e Boeing ha portato a dispute commerciali, e l’introduzione di dazi sui prodotti aerospaziali potrebbe danneggiare gravemente la competitività di Airbus, specialmente nel cruciale mercato statunitense. I dazi applicati, farebbero aumentare i costi per Airbus, riducendo la sua competitività globale, e favorendo quindi Boeing.
Le catene di approvvigionamento globali, che coinvolgono fornitori europei, potrebbero subire gravi danni, con ripercussioni a lungo termine sull’intera filiera produttiva. Inoltre, i dazi, potrebbero compromettere la capacità delle aziende europee di investire in innovazione tecnologica, minacciando la leadership tecnologica dell’Europa.
Questo scenario si inserisce in un contesto più ampio di tensioni commerciali tra Stati Uniti e Unione Europea, che non riguardano solo il settore aerospaziale ma si estendono ad altri comparti strategici.
Un altro comparto che potrebbe essere danneggiato dai dazi statunitensi, è quello dell’acciaio e dell’alluminio. Questi dazi, sono stati introdotti nel marzo 2025, e le contromisure UE saranno attivate ad aprile. Queste misure protezionistiche riducono gli scambi globali, aumentano i costi per imprese e consumatori, e creano un clima di incertezza che frena investimenti e crescita economica. I nuovi dazi USA colpiscono settori chiave come il metalmeccanico e l’automotive, mentre le contromisure europee impattano le filiere industriali che dipendono da materiali importati dagli Stati Uniti. Questo circolo vizioso di ritorsioni rischia di avere effetti collaterali significativi, che impattano non solo sull’economia europea nel suo complesso, ma anche su quella italiana, soprattutto per le aziende che fanno affidamento su materie prime statunitensi.
Le guerre commerciali, oltre a danneggiare i settori direttamente coinvolti, minacciano anche l’innovazione e la collaborazione internazionale. La riduzione dei ricavi causata dai dazi potrebbe compromettere la capacità di finanziare questi progetti, mettendo a rischio la competitività e la leadership tecnologica dell’Europa. Allo stesso modo, le barriere commerciali potrebbero ostacolare l’accesso al mercato statunitense, limitando le opportunità di collaborazione in ricerca e sviluppo in settori chiave come l’ingegneria meccanica, l’automazione industriale e le biotecnologie.
Per proteggere gli interessi europei, l’UE deve adottare una strategia commerciale forte e coesa, capace di affrontare il protezionismo globale e garantire opportunità di crescita. Da un lato, è essenziale rafforzare l’autonomia strategica, ridurre la dipendenza dalle esportazioni verso gli Stati Uniti e promuovere la collaborazione tecnologica interna. Dall’altro, l’UE dovrebbe diversificare i suoi mercati di esportazione, cercando nuovi accordi commerciali con economie emergenti per limitare i rischi derivanti dalle tensioni transatlantiche. In questo contesto, accordi come quello con il Mercosur, che riduce i dazi su oltre il 90% delle importazioni tra UE e Sud America, offrono opportunità di crescita e stabilità.
Negli ultimi anni, l’UE ha già rafforzato la sua strategia commerciale con accordi chiave, tra cui trattati con Giappone, Cile e Giordania, e sta negoziando nuovi accordi con paesi come Malesia e India. La recente visita della Presidente della Commissione Europea in India ha rafforzato l’intenzione di concludere un accordo di libero scambio entro il 2025, con l’obiettivo di diversificare le catene di approvvigionamento e ridurre la dipendenza da mercati tradizionali. Guardando al futuro, la politica commerciale dell’UE dovrà bilanciare la difesa degli interessi economici con la necessità di mantenere aperti i canali del commercio globale. La stabilità delle catene di fornitura e la diversificazione dei partner commerciali saranno fondamentali per garantire resilienza e competitività nel lungo periodo.