Dati INPS, aumentano i contratti di lavoro a tempo indeterminato
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È sempre dissonante individuare un dato positivo inerente il mondo del lavoro. Nell’attuale situazione socio-economica l’elemento positivo va sempre contestualizzato, altrimenti rischia di assumere una portata maggiore di quella effettiva. A dover essere contestualizzata è quindi anche la notizia data dall’Inps: aumentano i lavori stabili in Italia. L’aumento, registrato nel primo semestre del 2019, si concretizza in una crescita di rapporti di lavoro a tempo indeterminato pari a 321.805 unità. Un aumento del 150,7% rispetto al dato analogo nel primo semestre del 2018. Indice di una maggiore stabilità lavorativa anche la conversione da tempo determinato a indeterminato: da 231.866 a 372.016.
Diminuiscono invece i contratti a tempo determinato e quelli a somministrazione. Le cessazioni sono state 2.902.048, (anch’esse in diminuzione) crescono però quelle relative ai rapporti di lavoro regolati con contratti di apprendistato, stagionale e intermittente. Il numero di lavoratori impiegati con contratto di prestazione occasionale resta invariato. Il dato era emerso già nei primi due mesi dell’anno ed è, secondo alcuni economisti, una conseguenza diretta dell’entrata in vigore del decreto dignità.
In realtà, però, il dato va appunto contestualizzato in una panoramica più ampia. Nel totale infatti vi è una diminuzione della stipulazione di nuovi contratti di lavoro: nei primi sei mesi del 2018 questi sono stati complessivamente 4 milioni, cifra scesa di 3.726.334 nell’analogo periodo del 2019. Inoltre, tra i nuovi rapporti di lavoro a tempo indeterminato sorti tra gennaio e giugno 2019 risultano 285.000 rapporti di tipo agevolato, di cui 52.000 inerenti all’esonero strutturale per under 35 previsto dalla legge di stabilità del 2018. Aumenta la stabilità lavorativa, dunque, ma in un contesto di diminuzione delle assunzioni e soprattutto per via di dinamiche politico-economiche che sono avulse da uno sviluppo di tipo permanente. Insomma gli economisti individuano in tale dato un risvolto certamente positivo ma da non assumere come indice di un futuro trend nel mondo del lavoro.