Dalla pandemia nasce… lo Smart Worker
Mettendo da parte per un attimo quello che sta accadendo nell’Ucraina, siamo vicino alla fine di un periodo emergenziale a larga scala, il Covid-19 sembra ormai pronto a cedere il passo. Tra le tante sfide affrontante negli ultimi due anni sicuramente quella vinta e probabilmente, una vera e propria scoperta, è stato l’uso dello smart working o lavoro agile e della DaD utilizzata nelle scuole.
Proprio la didattica a distanza, una vera rivoluzione, che in un certo senso, sembra quasi bislacco essere esplosa solo per costrizione, è la vera protagonista indiscussa, toccando praticamente ogni ordine d’età. Ormai il computer non lo si usa più solo per navigare sulla rete, sui social o per fare eventuali ricerche, ma lo si usa per ascoltare lezioni, fare interrogazioni, creare una classe virtuale.
La scuola, quindi, è cambiata?
Non è facile dare una vera e ferma risposta, sicuramente ha lasciato segni indelebili, sugli alunni e probabilmente maggiormente sugli insegnanti, costretti a loro malgrado a reinventarsi di sana pianta insegnanti hi-tech.
Ci sono stati innumerevoli studi per comprendere i vantaggi e gli svantaggi della DaD; eccone alcuni, che la grande maggioranza ha formalizzato come tali.
I vantaggi:
- Una maggiore competenza sulle tecnologie, sia da parte dei docenti, che da parte dei genitori e dei ragazzi;
- Per l’alunno introverso, se si fa gruppo durante le lezioni, si agevola il suo inserimento;
- Non ci sono spostamenti, questo è probabilmente il vantaggio più d’impatto. C’è meno inquinamento, meno stress per l’alunno che non dovrà spostarsi per raggiungere la scuola, ma semplicemente accedere, tramite il sito, alla classe e alla lezione; vantaggio che può essere anche per il genitore, spesso costretto a dover fare chilometri per accompagnare il figlio a scuola;
- Da parte dei docenti c’è maggiore interattività, dato che tramite le piattaforme di messaggistica istantanea si riesce a inviare tutto ciò che si vuole. Il messaggio arriva più chiaro e incisivo. Vedasi eventuali presentazioni grafiche. Lo stesso studente, non solo avrà a sua volta la possibilità di rivedere in qualsiasi momento la lezione, ma sarà maggiormente attratto dalla forma interattiva e di sintesi della stessa.
Vediamo il rovescio di questa medaglia
Gli svantaggi della DaD:
- Una scarsa concentrazione, da parte dell’alunno, tentato dall’ambiente familiare e dallo stesso web;
- Troppo tempo passato al computer potrebbe rivelarsi un problema fisico e sociale. Nel primo caso, gli occhi sono sottoposti a uno sforzo notevole, ma quello che più preoccupa, è in termini di socializzazione e di relazione. Quello che un contatto fisico dà, certamente non può essere tradotto in termini tecnologici e virtuali;
- Connessione scarsa: come sappiamo l’Italia non è proprio il paese più avanzato, tecnologicamente parlando;
- Possibile aumento delle disuguaglianze tra l’alunno più “bravo” e quello più svogliato, ma molto dipende anche dalle capacità del docente di stimolare tutti gli studenti in egual modo.
L’I.I.S.S. Galileo Galilei di Bolzano
C’è però qualcuno che è andato ben oltre all’analizzare semplicemente gli eventuali vantaggi e svantaggi di questa rivoluzionaria modalità, è la scuola I.I.S.S. Galileo Galilei di Bolzano, che ha compreso, con lungimiranza, che lo smart working, non è solo passato, presente, ma bensì anche futuro per gli alunni e futuri lavoratori.
Dei docenti dell’istituto, si menziona il napoletano Prof. Gennaro Iaccarino, in collaborazione con l’università locale, hanno intervistato alcune tra le maggiori aziende internazionali, e hanno stilato un elenco di competenze (smart) che i futuri neo-assunti dovranno necessariamente avere per competere con il cambiamento aziendale e garantire parte del lavoro “smart”.
Da queste, hanno estratto una serie di competenze scolastiche che verranno impartite, proprio in modalità remota, vista la grande efficacia dello strumento, attraverso percorsi di impresa simulata e attività laboratoriale.
La nuova metodologia didattica, di grande successo, è stata raccontata in un articolo presentato la scorsa estate alla conferenza nazionale sulla scuola (DidaMatica), e nelle prossime settimane sarà presentata a tutto il mondo attraverso una pubblicazione alla prestigiosa conferenza CSEdu a cui parteciperanno esperti di pedagogia e innovazione provenienti da ogni angolo del mondo.
Un proverbio conosciuto e spesso utilizzato come sprono quando sopraggiunge qualcosa di negativo, questa volta, con perspicacia, è stato efficacemente riprodotto nella nostra quotidianità, facendoci esclamare con soddisfazione, soprattutto in quei di Bolzano, “non tutti i mali vengono per nuocere”.