Da costruttori a tutto scorre è un attimo

Causata dall’uscita di Italia Viva dall’Esecutivo, la crisi di governo è nei fatti ma non ancora nei passaggi istituzionali. Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte è salito ieri al Quirinale ma non si è dimesso (ha fatto una bella spola da Mattarella negli ultimi due giorni).
L’inquilino del Colle ha chiesto a “Giuseppi”, di fare presto. Il momento è delicato: la pandemia ci circonda, il Recovery ha bisogno dei passaggi istituzionali giusti per avere l’approvazione dell’UE e l’Europa ci guarda con il solito sguardo commiserevole che rivolge al nostro Paese, pronto ad una crisi e quindi potenzialmente pronto a cambiare leader nel momento più sbagliato della Storia.
Ora, però, per rispondere a Mattarella e agli italiani, Conte deve sbrigarsi. Secondo i “rumors” dei palazzi romani, Renzi non avrebbe possibilità di ottenere ciò che vuole (ammesso che qualcuno sappia, compreso lui, cosa vuole) e il presidente del Consiglio ha in mano carte molto migliori di quanto si creda e di quanto il Matteo “ex rosso” potesse credere.
Nei palazzi romani infatti, si sta lavorando per trovare dei sostenitori, soprattutto al senato, che sostituiscano numericamente, i renziani.
C’è un problema però: quello di costituire un gruppo parlamentare. Che sia consistente alla camera e al senato. Per fare ciò però è necessario che questo gruppo venga coperto da un simbolo politico che sia stato depositato durante la campagna elettorale e sia presente in parlamento. Ieri si è parlato di un possibile utilizzo del simbolo Scudocrociato (ex DC) poi smentito, o del simbolo del Garofano (ex Psi). Insomma il gruppo che dovrebbe garantire un Conte ter farebbe appello alla prima repubblica per salvarne la terza. Ma al di là dei simboli sono le metodologie che sono quelle tipiche di quella classe politica che è stata tanto odiata ma ai cui metodi tutti ricorrono per salvare la poltrona. E il tema di salvare la poltrona è oggi ancora più realistico e al centro del “dibattito” politico perché nessuno vuole andare a votare e men che meno chi è nella maggioranza che ha sostenuto questo governo. Non dimentichiamo che il prossimo parlamento sarà asciugato nei numeri dal referendum che ha tagliato i parlamentari. Quindi stando ai sondaggi molti parlamentari di questa legislatura non vedranno la riconferma e addirittura forse neanche la candidatura.
Peraltro non si può dimenticare che è in scadenza il mandato del presidente della Repubblica. Stando ai sondaggi il centrodestra farebbe cappotto e quindi per la prima volta avrebbe i numeri per eleggere il capo dello stato. E questo il PD lo sa e certo non vuole consentire il doppio harakiri: perdere il governo del Paese e la possibilità di eleggere da primo elettore – ancora una volta – il presidente della Repubblica. Quindi, scordiamoci qualsiasi ipotesi di elezioni anticipate. E pensiamo che ci sarà un nuovo governo, probabilmente un Conte ter. Almeno questo lo scenario, non escludendo che anche Renzi possa fare un passo indietro.
Il presidente Conte intanto pare intenzionato a chiedere la fiducia, lunedì, su alcuni provvedimenti, sulle cosiddette risoluzioni che di fatto è una richiesta di fiducia al governo. Insomma si arriva ad un “redde ratiomem”, prova di forza parlamentare di “Giuseppi” il quale recentemente per la sua capacità di navigazione è stato paragonato a Giulio Andreotti il quale disse in uno dei suoi ultimi governi da Presidente del Consiglio: “meglio tirare a campare che tirare le cuoia”. E pare che Conte la pensi proprio così.
Certo, ripensando all’appello di fine anno del presidente Mattarella, viene proprio da ridere. Altro che tempo di costruttori. (Come qualcuno sta azzardando di chiamare i soggetti che dovrebbero sostituire i renziani).
Ma in questo caso ci viene in soccorso l’enigmistica per spiegarci come la politica ha inteso questo appello: anagrammando costruttori esce “tutto scorre”.
E tutto scorre in politica, verrebbe da dire, alla faccia del popolo italiano.