Crisi nera per parrucchieri ed estetisti: possibile chiusura definitiva per molte aziende
Trucco, acconciatura e cura della persona, parole che dall’inizio del lockdown sembrano essere state messe da parte. Non è un mistero, infatti, che per fronteggiare il nemico silenzioso Covid-19 si è fatto a meno di numerose frivolezze.
Le stesse, che nel settore economico, però, portano grossi introiti: basti pensare che a pari di numero, nelle categorie produttive, quella dei parrucchieri, è solo al secondo posto per numero, dopo i muratori.
Ad oggi molte imprese rischiano di scomparire. Sono 130 mila le aziende registrate in Italia con un introito annuo che tocca i 6 miliardi di euro l’anno, con un personale che si aggira sui 263.000 addetti. Le perdite inflitte al settore dall’epidemia Coronavirus, si aggirano intorno ai 1.5 miliardi. Sembrerebbero essere 300 mila le famiglie in crisi appartenenti alla categoria di artigiani. Tali famiglie compongono lo 0.5% della popolazione italiana, gruppo che garantisce 6 miliardi di fatturato annuo.
Trattandosi, generalmente di aziende familiari, e di fatto, piccole, a causa della pandemia, il 25% delle imprese potrebbe non riaprire, schiacciate dalle ingenti perdite economiche.
Un giro di prova chiamato 4 maggio
È dal 4 Maggio che le misure di contenimento, dovrebbero avere una morsa meno stringente su artigiani e commercianti. Se il Coronavirus non riprenderà una circolazione massiccia la possibile ripartenza per parrucchieri e ristoranti potrebbe essere anticipata al 18 maggio. Tale previsione cambierebbe la data prevista del 1 Giugno.
Le possibili soluzioni
Secondo Renato Ancorotti (presidente e ceo di Ancorotti cosmetic) per evitare la chiusura definitiva di molte imprese sarà necessaria la riapertura anticipata. E commenta la situazione così:
«Non c’è mai stato il distanziamento sociale, ma sicuramente ci sono misure che potranno essere attuate per evitare gli assembramenti. È chiaro che sarà diffuso l’uso della mascherina e dei guanti. Le sedute e i lettini saranno igienizzati, va fatto tutto con grande coscienza e grande attenzione. Dovremo tener conto della distanza tra le poltrone e parimetrati. Gli appuntamenti saranno presi in base alla grandezza dei locali. Chiediamo al governo e ai decisori soprattutto di espandere gli orari per coprire il picco che ci sarà nel primo momento dell’apertura».
Per quanto riguarda le soluzioni pratiche, a dissipare i dubbi è Valerio Galeotti, responsabile romano del settore benessere della Cna (Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa).
La novità maggiore sembra essere quella riguardo gli accessori usati dai parrucchieri: pettini e spazzole disinfettate, imbustate e sigillate per ogni cliente. Anche le poltrone saranno coperte da coprispalle monouso e igienizzate tra un cliente e l’altro. Per il denaro, saranno utilizzati dispositivi di sicurezza appositi.
Mentre gli uomini sfoderano le macchinette per il taglio dei capelli, e le donne si abituano a mèches vintage che partono dalle radici, il settore benessere ad oggi rischia ancora grosso.