Costruzione di un ambiente sostenibile dopo lo shock da coronavirus
Investire nella sostenibilità, creando un ambiente sostenibile, sarà centrale nel mondo dopo la crisi sanitaria da coronavirus. I decessi da Covid-19 nel mondo continuano ad accrescersi, superando la triste soglia dei 400.000 mila unità. Per arginare la diffusione del virus, alcune regioni in Europa hanno adottato misure più restringenti di altre, riuscendo a riaprire con cautela.
I mesi passati si sono concentrati essenzialmente nella fase acuta sugli effetti sulla salute e nella fase post sugli effetti sull’economia. Per quest’ultima i danni saranno ingenti ed avranno ripercussioni che si protrarranno probabilmente per diversi mesi.
I vari Governi per far fronte al disastro economico anche grazie all’aiuto dell’Europa, stanno utilizzando fondi per indirizzare la spesa pubblica dei governi per rilanciare l’economia.
Tali fondi possono essere cruciali per costruire un ambiente finalmente più sostenibile?
Ambiente più sostenibile
Un passo importante proviene dall’Europa che ha stillato con la presidente Von Der Layen un Green New Deal, proponendo una transizione verso la sostenibilità a lungo termine. Per attuare concretamente questo piano, sono stati varati pacchetti con importanti provvedimenti, come una strategia per la biodiversità e ridurre l’inquinamento. L’UE ha presentato il 20 maggio 2020 in un documento la strategia sulla biodiversità per proteggere le risorse fragili della Terra. Inoltre l’entità sovranazionale intende raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, proponendo a proposito una legge europea ad hoc.
“Next-generation EU”
Nell’ambito di un piano di ripresa post-emergenza la Commissione europea ha proposto un nuovo strumento finanziario denominato “Next-generation EU”, pari a 750 miliardi di euro, che prevede la neutralità climatica e la sostenibilità. Il lockdown ci ha mostrato una riscoperta della naturalità del paesaggio, dell’ambiente che non avevamo mai visto prima. Uno dei miglioramenti significativi ha riguardato la qualità dell’aria, per via della riduzione del traffico stradale.
Per comprendere la portata di questi miglioramenti, uno studio dell’AEA (Agenzia Europea Ambiente) ha monitorato le concentrazioni medie settimanali di biossido di azoto e, in alcune città, le concentrazioni sono risultate più basse del 50 % rispetto allo stesso periodo del 2019. Quello che è stato evidente in questa pandemia è che clima e salute viaggiano a braccetto. I cambiamenti climatici, la sovrappopolazione, l’impatto sugli habitat e sulla biodiversità sono all’origine di molte epidemie, compresa quella da Covid. Evitare quindi il ripetersi di nuove crisi sanitarie di grande portata deve passare necessariamente da una attenta politica green, e da un’attenzione alla sostenibilità.
Investire nella sostenibilità
Una conferma che arriva dal dossier scientifico “Pandemia e sfide green del nostro tempo” presentato il 9 aprile scorso in streaming dal Green City Network (GCN) e dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile (FSS) in partnership con Ecomondo-Key Energy.
Investite nella sostenibilità conviene stando ai dati. Entro il 2023 il green genererà mezzo milione di nuovi posti di lavoro, più del doppio rispetto al digitale. Il settore, che oggi vale il 2,4% del PIL è il nuovo eldorado dell’occupazione italiana. Da oggi e fino al 2023 per ogni 5 nuovi posti di lavoro creati dalle imprese in Italia, uno sarà generato da aziende ecosostenibili. I dati, sono elaborati dal sistema informativo Excelsior, sono contenuti nel Focus Censis – Confcoperative “Smart & green, l’economia che genera il futuro”.
Secondo lo studio in uno scenario di ulteriore riscaldamento climatico la stima sarebbe una media annua compresa fra i 120 e i 190 miliardi di euro. Evitare simili costi incrementerebbe, entro il 2050, il PIL dei Paesi G20 del 4,7% netto.
Altri dati analizzati dallo studio riguardano l’occupazione in ambito ecosostenibile (green skill, sviluppo dell’economia circolare) che coprirebbe una quota del 18,9% sul totale del fabbisogno generato fino al 2023. Il volume in questo ambito in termini assoluti sarebbe pari a 481mila unità. Il digitale, che rappresenta l’altro grande trend futuro, andrebbe a rappresentare un fabbisogno di 214 mila occupati.
La sostenibilità sociale d’impresa
Un altro aspetto per analizzare la costruzione di un ambiente green è inerente al tema della sostenibilità sociale d’impresa. Secondo gli esperti ci sarà un divario tra aziende free riding e aziende e share value. Le aziende cioè che considerano il Welfare aziendale in modo strumentale. E quelle che, nel secondo caso, hanno condiviso la cultura del valore condiviso (sharing value) applicandola alle logiche interne all’impresa.
Proprio la responsabilità sociale d’impresa, ovvero la volontà di grandi, piccole e medie imprese di gestire efficacemente le problematiche d’impatto sociale ed etico, sarà ancora di più un elemento centrale nel post-pandemia. Come mai era successo nella storia del lavoro le imprese hanno percepito il valore della comunità, come espressione di un destino comune. E mai come adesso i datori di lavoro delle aziende di qualsiasi settore hanno compreso come non vi sia futuro nello sviluppo se nel progetto e negli obiettivi non siano chiamati in causa i lavoratori stessi.
Questo è il momento ideale per delineare un nuovo Welfare aziendale che può essere uno strumento utile per recepire skills anche possano servire anche in futuro, in un mondo proiettato al verde.