Coronavirus, il re della pizza Sorbillo costretto a chiudere diverse pizzerie
Il Covid-19 dà un’anteprima sulla situazione imprenditoriale: Sorbillo tra i pizzaioli più famosi del mondo si dice pronto a chiudere per sempre 4 dei suoi locali.
Il mestiere del pizzaiolo
Il mestiere del pizzaiolo è sempre in voga, non di certo solo in Italia, ma in tutto il mondo. La sua rimuneratività, non è di certo tra le più alte tra i mestieri, fatta ad eccezione per i pizzaioli professionisti. È il caso di Gino Sorbillo, con i suoi ristoranti sparsi per l’Italia e all’estero, lavora la pizza in un’iconica cucina aperta, dando la possibilità ai clienti di vederlo all’opera. Lo stipendio di un pizzaiolo in un ristorante a conduzione familiare è di circa 10 euro all’ora. Negli stati Uniti, con una stima di circa 520.000 pizzaioli, uno stipendio annuo si aggira intorno ai 19.000 dollari. Per quanto riguarda l’Europa un pizzaiolo guadagna tra i 1.400 e i 1.800 euro al mese, escludendo le mance.
La crisi Sorbillo
Gino Sorbillo sotto la stretta Covid-19 annuncia la chiusura di almeno quattro locali: quello sul lungomare di Napoli con l’affitto dalle cifre esorbitanti e “Zia Esterina” al Vomero, ma anche due filiali a Milano. L’unica pizzeria che ancora dà i suoi frutti, paradossalmente resta quella di Tokyo, dove non è stata vietata la consegna a domicilio.
Di fatto, i danni economici inflitti al settore ristorazione secondo la Fipe (Federazione Italiana Pubblici Esercizi) sarebbero stati stimati intorno alla cifra di 8 miliardi alla fine del 2020. Tale perdita corrisponde ad un crollo del consumo fuori casa di oltre il 9% su base annua.
Nonostante la dura decisione, in previsione di uno scenario post pandemia, il re della pizza avanza una proposta, che trova voce in diversi esponenti della ristorazione.
«Sarebbe importante cominciare a riaprire per le consegne, garantirebbe una sopravvivenza minima, con 30-40 pizze al giorno per molti locali. La crisi è durissima, parliamo di cibo appena cotto e consegnato in tutta sicurezza – spiega Sorbillo – abbiamo ideato un confezionamento con pellicola alimentare che avvolge la scatola della pizza, che verrebbe confezionata appena uscita dal forno a 100 gradi, creando una camera d’aria bollente di sicurezza».
Questa la proposta di Sorbillo, che garantirebbe la produzione di una trentina di pizze al giorno che nel week end potrebbero raddoppiare la loro quantità. Sopravvivenza minima, che permetterebbe ai ristoratori di continuare a lavorare, seppur con ritmi lentissimi e con bassi guadagni. Soluzione, che secondo Sorbillo, eviterebbe anche gli assembramenti causati dalla ricerca di cibo, poiché di fatto la pizza garantirebbe un pasto caldo e già pronto all’uso.
Il pugno di ferro di De Luca
Proposte, le sue, che non trovano accoglimento da parte del presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca. Il Presidente vieta, infatti, la consegna di cibo a domicilio e l’acquisizione di alimenti d’asporto, vedendo in essa un possibile modo di contagio.
Stessa perplessità ma d’altra natura, è quella esposta da Raffaele Ambrosino (politico napoletano di opposizione, centrodestra). Il politico si chiede in una lettera aperta rivolta a Sorbillo diverse cose:
«Come è possibile credere al suo annuncio di chiusura di ben 4 pizzerie, nonostante di solito gli incassi siano stati molto fiorenti? E nonostante per nove settimane non dovrà pagare lo stipendio ai suoi dipendenti? C’è la possibilità di ricorrere alla Cassa Integrazione, detraendo inoltre dalle prossime tasse il 60% dell’importo dei fitti come credito d’imposta».
Era il 10 Marzo quando Sorbillo, facendo capo ad un senso di responsabilità, aveva deciso di chiudere tutte le pizzerie a suo nome per prevenire la possibilità di contagio da Coronavirus. Di tutt’altra natura adesso le sue richieste, in previsione di una grande crisi economica post pandemia.
Era l’anno 1960 quando nel film “Risate di gioia” il grande Totò recitava la battuta: “Ti offro una bella pizza… i soldi ce li hai?”. Momenti di normalità e condivisione, che ad oggi appaiono lontani, proprio come un film in bianco e nero.