Coronavirus, Commercio e Turismo i settori più a rischio
In poco più di una settimana dal primo caso di contagio, gli effetti del Covid19 sull’economia del Bel Paese non sono tardati ad arrivare, ma ciò che più preoccupa sono le proiezioni riguardo ai prossimi mesi. Mark Zandi di Moody’s Analytics, in una recente intervista a Libero, ha dichiarato che qualora i contagi dovessero aumentare, la recessione è certa, considerando anche l’attuale stato di fragilità dell’economia italiana.
Le province italiane più duramente colpite, Pavia, Lodi, Cremona e Milano, rappresentano da sole il 12% del PIL italiano (il 2% di quello UE). Più che gli effetti della recessione cinese, fino ad ora modesti, Oxford Economics afferma che lo stop alle attività economiche in Italia porterà probabilmente a una crescita del PIL nel primo trimestre 2020 del solo 0.1%. Per quanto riguarda il commercio, circa il 3% dell’export italiano è indirizzato verso la Cina, mentre un altro 7% a paesi fortemente collegati alla sua economia, un prolungarsi della situazione attuale, avrebbe dunque un effetto sul medio periodo particolarmente incisivo.
Il settore che più rischia di patire a causa della malattia resta però quello del turismo e dei viaggi. Circa il 13% del PIL del Paese proviene da questo genere di attività. Dei milioni di turisti che ogni anno trascorrono le vacanze in Italia, circa il 2.5% provengono dalla Cina. Tuttavia, il rischio più grande è che l’Italia smetta di attrarre turisti da tutto il mondo, in quanto nazione ad alto rischio di contagio.
Di recente Israele ha vietato l’ingresso a 19 italiani, provenienti da Bergamo, mentre un caso analogo si è verificato per 40 cittadini italiani in arrivo alle Mauritius. Mosca negli ultimi due giorni ha stabilito un terminal apposito per i voli in arrivo dall’Italia, misura che, nel caso cinese, ha preceduto di poco il blocco totale dei contatti. Grandi operatori turistici come Tez, Inturist e Jet Travel, hanno interrotto la vendita di pacchetti per l’Italia.
A risentirne è anche il turismo
Si stima che nei prossimi tre mesi saranno circa 22 milioni i turisti che rinunceranno a trascorrere le loro vacanze nel Bel Paese. Ciò comporterà una perdita stimata di 2.7 miliardi di euro (dati Confturismo). Per quel che riguarda le prenotazioni di strutture alberghiere, per marzo si parla già di 200 milioni di euro di prenotazioni disdette. L’intera immagine del paese rischia di essere compromessa, interrompendo anche i viaggi nelle zone meno colpite, come Roma e Sicilia.
Per porre rimedio, il ministro Franceschini ha recentemente dichiarato da Napoli che si lavorerà a un piano per il rilancio dell’immagine italiana. Il Sole 24 Ore ha da poco riferito che nel decreto-legge per l’economia, annunciato poco fa da Conte, saranno varate misure straordinarie per il Turismo. Nello specifico si parla della sospensione dei versamenti di ritenute e contributi per il settore turistico/alberghiero. Ma anche dell’emissione di voucher per consentire alle agenzie turistiche di rimborsare le disdette di alberghi e voli.