Coronavirus, l’epidemia di Wuhan fa tremare l’economia globale
Coronavirus, blocco dei voli dalla e per la Cina, chiusura dei negozi ad alta frequentazione, giù le borse asiatiche: questi i primi effetti dell’epidemia. Per la prima volta dai primi contagi, in Cina, si segna un rallentamento dei casi di coronavirus. Si contano circa seimila casi, annunciati dalla commissione sanitaria nazionale cinese, anche se il contagio ha superato di gran lunga quello della Sindrome respiratoria acuta del 2003 (Sars). Favorevoli le stime riguardo la morte, infatti se nel 2003 le vittime furono 349, ad oggi a causa del coronavirus si contano 170 decessi.
“L’economia sta rallentando,- ha commentato Francesco Sisci, studioso di cultura cinese ed autore – non vanno però fatti allarmismi si parla solo di una possibile contrazione dell’economia cinese e mondiale, non certo di una crisi”.
Le conseguenze economiche del virus
L’epidemia della città di Wuhan, però sembra stia scaturendo conseguenze globali su larga scala. Le borse di Shangai e Hong Kong resteranno chiuse fino al 3 Febbraio, con effetti sui titoli delle società. La borsa di Tokyo sembra quindi dimostrare grave insofferenza agli avvenimenti cinesi. Ma l’effetto più pesante sembra essere quello riguardo i consumi. E’ stato segnalato infatti un crollo nel settore dei consumi e degli acquisti, il che si tradurrebbe, come racconta Shaun Roache, capo economista di Standard & Poor’s, società americana di ricerche finanziarie, in una contrazione del PIL cinese del 1.2%. Gli stessi prodotti di lusso come Ferragamo e Prada, hanno perso oltre il 5%, ma adesso i loro titoli sembrano essere in ripresa.
Il coronavirus blocca il turismo e chiude i negozi
Gravi ripercussioni economiche si sono viste anche nel settore del turismo. Le azioni di EasyJet hanno perso il 4.6% e International Consolidated Airlines il 4.3%. Brutte stime anche per AirFrance (-4.5%) e soprattutto Lufthansa, che è arrivata a perdere fino al 5.2%. La casa Bianca, come riportato da Bloomberg, multinazionale operativa nel settore dei mass media, sembra stia mettendo al vaglio l’ipotesi di bloccare temporaneamente tutti i voli per la Cina, per evitare punti di contagio. Il coronavirus sta spaventando anche le aziende internazionali che hanno deciso di chiudere i loro punti vendita. È il caso di Starbucks, che ha chiuso oltre 2mila punti vendita nel paese. La stessa sorte è toccata anche a McDonald’s e Disney Shangai, parco divertimenti che ogni anno accoglie 12 milioni di visitatori. La stessa azienda Toyota ha annunciato lo stop alla produzione cinese.
Guadagni in super crescita per le aziende sanitarie
Se Starbucks chiude e Toyota blocca la produzione, ad avere la meglio nel caos epidemico, sono senz’altro le aziende sanitarie. Shanghai Dragon, per esempio, specializzata in prodotti medicali monouso ha visto salire il suo titolo in borsa del 10%. Anche l’azienda Tianjin Teda, produttrice di mascherine anti trasmissione ha avuto lo stesso rialzo economico. La società Kawamoto Corporation, con sede nei paesi limitrofi a quella di contagio, con la produzione di guanti monouso, salviette disinfettanti e mascherine, ha visto salire il valore delle sue azioni a +23.6%. Un virus che sembra non lasciare scampo né agli uomini né all’economia, che però sembra non godere di lunga vita.