Conti correnti, aumenti in vista
Se da un lato siamo stati spettatori di offerte a costo zero da parte di diversi istituti di credito per l’apertura dei conti correnti, a Febbraio saremo spettatori di un aumento delle spese di conto sostenute dai correntisti. I motivi che spingono a tale cambiamento possono essere sintetizzati in due punti:
– evitare tassi negativi sui conti correnti dei singoli clienti,
– sostenere delle uscite per assicurarsi una pronta liquidità per i rimborsi dei clienti in caso di crisi dell’istituto di credito.
Per farci qualche idea possiamo citare: Fineco che ha già annunciato da febbraio l’introduzione di un costo di 3.95 euro al mese; CheBanca! che ha già comunicato un aumento del canone annuo di 12 euro per i propri conti corrente, anche per quelli digital. La prima banca in Italia ad aver mosso i propri costi in questa direzione è stata Intesa San Paolo che nel 2017 aveva annunciato l’aumento per la gestione conto a 120 euro annui per i depositi oltre i 40 mila euro, anche per il conto Zerotondo dalla totale gratuità era aumentato a 10 euro.
In questi ultimi mesi ci sono stati aumenti, in particolare:
-spese fisse, che ammontano a 52.8;
-spese variabili, anche se hanno presentato un lieve aumento di poco più di 0.3 euro;
-bonifici online ma anche allo sportello;
-pagamenti automatici;
-prelievi presso altre banche;
-servizi occasionali;
-canoni per le carte di credito e di debito;
Insomma una sorpresa di cattivo gusto per molti clienti, soprattutto per quelli che avevano scelto un conto rispetto ad un altro proprio per la caratteristica che invece dal 2020 verrà a mancare.