Caso Amazon: gli interinali non hanno diritto al contratto a tempo indeterminato
La decisione del tribunale di Milano è molto chiara: i dipendenti interinali di Amazon che avevano presentato ricorso non hanno diritto al contratto a tempo indeterminato.
Tutto era partito da una richiesta dei dipendenti all’azienda, colosso dell’ecommerce, di trasformare il proprio contratto di lavoro da temporaneo a indeterminato. Nello specifico si tratta di “lavoratori somministrati” ossia coloro che sono assunti dalle agenzie interinali e impiegati da un utilizzatore come Amazon sulla base di un accordo commerciale tra le due società, e in ragione di esigenze legate a picchi di produttività.
Al rifiuto dell’azienda, gli interinali sostenuti dai sindacati, si erano opposti presentando ricorso: alcuni si sono rivolti al Tribunale di Milano, altri a quello di Piacenza per un totale di circa 180 ricorsi. In entrambi i casi però la decisione è stata univoca: il diritto di conversione del contratto invocato dai dipendenti non esiste e, di conseguenza, tale pretesa risulta infondata. In calendario sono previste ulteriori udienze, sempre al Tribunale di Milano. Tuttavia, dopo queste prime decisioni, si prospettano sentenze allineate a tale orientamento.
L’antefatto aveva fatto ben sperare i dipendenti: nel 2017 l’ispettorato del lavoro in seguito a un’ispezione nella sede di Castel San Giovanni aveva rilevato una violazione del quantitativo numerico consentito per legge in relazione ai dipendenti con contratto di lavoro interinale. Questi, essendo 1.308, superavano infatti di tre volte il limite stabilito dalla legge. Era stato lo stesso ispettorato a dichiarare che tali dipendenti avrebbero dovuto essere assunti a tempo indeterminato. Le motivazioni saranno depositate dal giudice a settembre. Francesca Benedetti, segretaria della Fisascat Cisl locale, ha dichiarato “Attendiamo di leggere le ragioni e valuteremo se fare appello”.
Amazon era stato nell’occhio del ciclone, qualche mese fa, anche per aver dotato alcuni dipendenti di un braccialetto informatico a distanza per un miglioramento della ricerca dei pacchi da parte dei dipendenti che, tuttavia, aveva fatto emergere dubbi sui profili della privacy degli stessi. Sotto tale profilo non erano però emerse irregolarità.