Burocrazia sogni e miraggi

Magritte
Solo dopo aver conosciuto la superficie delle cose.
– conclude –
ci si può spingere a cercare quel che c’è sotto.
Ma la superficie delle cose è inesauribile.
Italo Calvino ( Palomar)
Nei grandi disastri o nelle perdite di sviluppo centra sempre, in qualche modo, la burocrazia.
Sto elaborando con un gruppo dinamico e appassionato, al vertice di un’impresa, l’identità strategica per affrontare il futuro e avere successo e stiamo approfondendo il livello di ambizione, in altre parole la loro visione.
Possedere una visione significa esserne posseduti e superare la tirannia della razionalità che indica cosa è opportuno, corretto, logico, pensare e fare.
La visione, invece, rompe gli argini e sviluppa divergenze con l’ambizione di farle diventare tendenze, accetta il paradosso e soprattutto cerca di far coesistere forze diverse e addirittura antagoniste e, di fatto, ricercandole come condizione di sviluppo.
Il pensiero del visionario è complesso, multidimensionale, labirintico e considera la molteplicità, la simultaneità, la discontinuità, la contraddizione come fisiologiche rifiutando la conformistica semplificazione che afferma che le cose devono essere “o così o così”, con frasi tipo:
“Bisogna scegliere tra cambiamento o stabilità”.
“Bisogna avere o bassi costi o elevata qualità”.
“Bisogna lavorare o per il breve periodo o per il lungo”.
“Devi dare al cliente o quantità o qualità”.
“Scegli di essere o idealista o pratico”
Le imprese e le persone con una forte visione si liberano da questo modo di pensare riduttivo e cercano di abbracciare gli opposti e le complessità, entrando nel mondo del “questo e questo”riuscendo a far coesistere:
- Lo scopo oltre il profitto e il raggiungimento del profitto
- Principi di base stabili e capacità di operare cambiamenti.
- Chiara visione e senso di marcia strategico e variazioni opportune e sperimentali
- Investimenti nel lungo periodo e risultati nel breve
- Manager impegnati nel core e che generano il cambiamento.
Mentre lavoriamo, consideriamo che questi sono principi ripetuti e spesso ritrovati nelle discussioni ovunque e anche ora questo gruppo lo sta facendo.
E adesso che siamo nella fase operativa del progetto, ci rendiamo conto che gli opposti da considerare con maggiore difficoltà sono quelli che hanno a che fare con la stupidità.
È vero, si sa che ogni progetto nella sua fase concreta si deve scontrare contro la realtà che chiede di essere cambiata, è noto che ogni evoluzione deve fare i conti con la fatica di dover affrontare resistenze inevitabili di ogni cambiamento ma trattare con la stupidità della burocrazia che ha l’unico scopo di fermare, frenare, qualsiasi cosa che possa essere intelligente è davvero difficile.
Lo sappiamo tutti: la burocrazia non serve a niente, è dannosa, ci porta verso la fine.
La burocrazia è la cornice di stupidità all’interno della quale devono avvenire i sogni.
Il potere politico e quello legislativo si uniscono per generare questo mostro invincibile che rende impossibile tutto impedendo il fare e spinge le persone verso una passiva rassegnazione o verso la rabbia.
La burocrazia ha la missione di realizzare l’inefficienza e la sua visione è di portarci sempre più a fondo.
Non quello della tirannia della razionalità ma quello della stupidità è il grande limite di qualsiasi azione verso la vita che valga la pena di essere vissuta.
Conciliare l’intelligenza, la passione, la visione del futuro con la cecità, la rigidità, con, appunto, la stupidità ecco la paradossale abilità che si deve aumentare.
Si deve correre le gare ad ostacoli con l’armatura mentre gli altri sono in tuta da ginnastica, ma perché?