Brand e contenuti online
Cambiano le strategie di comunicazione delle aziende
(Di Attilio Manzo) Come riportato su “Il Sole 24Ore”, oggi le imprese si stanno dirigendo verso un nuovo metodo di raccontare la propria storia, il quale prende le sue radici all’interno delle proprie piattaforme online, cioè quei canali di cui il brand detiene il controllo esclusivo e gestisce autonomamente. Questi canali comprendono blog, piccoli siti web, piattaforme di e-commerce, applicazioni e newsletter. Gli influencer stanno anche seguendo questa strada, con alcuni famosi YouTuber che stanno costruendo i propri siti web personali, come riportato recentemente dal Guardian.
Un cambiamento fondamentale è emerso dalla ricerca di McKinsey intitolata “Forza del brand o margine? Entrambi!”, presentata anticipatamente dal Sole 24 Ore: concentrarsi sui propri contenuti migliora la reputazione dell’azienda e porta a un risparmio economico compreso tra il 10% e il 30%. Inoltre, offre vantaggi in termini di controllo sulla comunicazione e di scalabilità. Un esempio tangibile è Westwing, il gigante tedesco dell’arredamento e del design, che ha destinato addirittura l’80% del suo budget alla creazione di contenuti di sua proprietà.
Gli owned media hanno riacquistato un’enorme importanza poiché massimizzano la capacità di raccogliere dati sui propri clienti per analizzarli e consegnare messaggi personalizzati, diventando così ancora più rilevanti per i clienti stessi, ma c’è di più: questo approccio consente di generare valore. La misurazione dei risultati ottenuti attraverso i media a pagamento presenta delle limitazioni dovute alle strategie di ciascuna piattaforma nel creare il proprio giardino recintato, i media di proprietà costituiscono un pilastro cruciale della moderna strategia di comunicazione, mentre i media a pagamento stanno perdendo da anni in termini di affidabilità ed efficacia. I brand hanno riconosciuto che non esiste un modo migliore per controllare la propria narrazione e gestire la propria distribuzione se non attraverso canali multimediali di proprietà. L’idea che i brand agiscano come editori non è nuova, ma si rafforza in periodi di incertezza come quello attuale, come ricordato anche da longo e dai testi di Sean O’Neal su Forbes, evidenziando come il 70% dei responsabili del marketing ritenga che i media di proprietà rappresentino i formati più affidabili.