Alitalia, Di Maio apre ai Benetton ma il gruppo Toto resta in pole
Di Mario Ferone
È una vera e propria corsa contro il tempo quella per salvare Alitalia: il governo ha intenzione di rispettare la scadenza del prossimo 15 luglio per presentare manifestazioni ufficiali di interesse da aggiungere a quelle già conclamate da parte di Lotito, dal gruppo Totoed, dal patron di Avianca Germán Efromovich. L’incognita rimane quella riguardante Atlantia, la società della famiglia Benetton che già controlla Autostrade. Il vicepremier Di Maio infatti aveva pesantemente attaccato la società per le questioni di quasi un anno fa riguardante il Ponte Morandi di Genova. All’incontro con i sindacati al ministero però, è arrivato il dietrofront del vicepremier: “Non esistono pregiudizi, ma non si accettano ricatti. Il 15 luglio si chiude, chi vuole presentare offerte deve farlo adesso. E deve essere chiaro che la vicenda Alitalia non è una vicenda politica, ma un’operazione di mercato. Quindi chi vuole manifestarsi ed uscire allo scoperto lo faccia e non pensi ad usare altre leve”.
Le dichiarazioni di Di Maio fanno pensare ad un’apertura alla famiglia trevigiana, a patto che i Benetton non influenzino la decisione chiedendo di calmare le costanti contestazioni da parte del M5S ad Autostrade per l’Italia. Il Ministro dello Sviluppo Economico ha inoltre aggiunto che al momento non ci sarebbero da parte di Atlantia manifestazioni ufficiali di interesse presentate presso le Ferrovie dello Stato (che guida il consorzio acquirente che dovrà presentare entro il prossimo 15 luglio l’offerta ufficiale per gli asset di Alitalia). Al momento il consorzio sarà composto per il circa 35% da FdS, per una quota tra il 10 ed il 15%, da Delta Airlines (una delle maggiori compagnie aeree degli Stati Uniti) e per una quota del circa 15% dal Mef (Ministero dell’economia e delle finanze), come si evince da una nota del Mise.
Resta da capire chi possa essere il quarto azionario di Alitalia (che dovrebbe avere diritto ad una percentuale quasi pari a FdS). Secondo Di Maio il quarto socio dovrebbe essere individuato tra coloro i quali hanno già dimostrato ufficialmente il loro interesse, quindi i sopracitati Lotito, gruppo Toto o Germán Efromovich. Quanto a quest’ultimo i problemi sono molteplici: l’imprenditore boliviano non dà certezze, il suo curriculum secondo alcune fonti sarebbe “a luci ed ombre”, in più egli ha fatto sapere a FdS di essere intenzionato ad investire dai 240 ai 300 milioni di euro cash, senza necessità di fornire garanzie. Queste dichiarazioni hanno messo sull’attenti Mediobanca, la quale valuta ancora non sufficienti le informazioni fornite dal patron di Avianca. In aggiunta, Efromovich è il principale azionario di Avianca, compagnia aerea colombiana diretta concorrente di Alitalia e secondo Il Sole 24 Ore la sua presenza non sarebbe gradita da Delta Airlines. Riguardo Lotito, secondo alcune indiscrezioni sono in corso accertamenti da parte degli advisor, ma sembrerebbe fuori dai giochi. Secondo quanto riferito dai sindacati, Di Maio vedrebbe invece in Toto il candidato più credibile. Secondo il vicepremier la disponibilità economica della holding delle costruzioni garantirebbe garanzie necessarie data una disponibilità economica già ampiamente riconosciuta. Intanto Alitalia ha rilasciato un dato rincuorante per i possibili investitori: la compagnia aerea italiana è infatti la più puntuale in Europa nei primi sei mesi del 2019 con l’86,8% di voli atterrati in orario.