Banda larga: arriva in 224 città in circa 30 mesi
Ad Aprile partiranno le prime gare per realizzare in Italia la banda larga. Inizialmente il piano riguarderà cinque regioni per poi essere diffuso in 224 città: questo è l’obiettivo fissato da Starace con l’endorsement di Matteo Renzi, un’intesa tra i due che risulta idilliaca. La sfida è stata lanciata dal premier nel corso di una conferenza stampa a palazzo Chigi per la presentazione dell’accordo tra Enel, Vodafone e Wind. Si tratta di una mossa che mette in discussione i piani di Telecom Italia, fino ad ora leader quasi indiscussa del settore. La rivalità tra i due competitor, Enel e Telecom, è evidente e nasce dal fatto che ad entrambi fanno gola i due ambiti più remunerativi, cioè le cosiddette zone A e B, dove c’è maggiore mercato e dove gli investimenti sarebbero arrivati anche senza la regia del governo. Sono proprio queste zone a costituire l’area nel quale opererà la partnership siglata da Enel con Vodafone e Wind che investirà 2,5 miliardi nella banda larga e andrà a intaccare la supremazia di Telecom, che oggi copre il 45% di queste zone e che punta a una copertura dell’84% entro due anni. L’altro motivo di competitività tra le due grandi aziende è Metroweb, una società che opera come dark fiber provider (fornitore di fibra spenta, ndr). Starace ha annunciato che Enel sta cercando di stringere un accordo con la fiber company, un’intesa che rischia di tagliare fuori Telecom anch’essa interessata ad una collaborazione con Metroweb. Intanto Renzi ha dichiarato che il 29 aprile partiranno le prime gare per quanto riguarda i lavori per le zone C e D. Tuttavia, la cosa non sembra suscitare molto interesse visto che si tratta di zone periferiche a scarsa redditività. Il Presidente del Consiglio però vuole portare la banda larga ovunque in trenta mesi: questa improvvisa accelerazione sta creando un lieve disordine che rischia di tradursi in costi eccessivi da scaricare sugli utenti finali.