Azimut, chiude novembre in positivo
Il Gruppo Azimut, società indipendente che si occupa di consulenza e gestione patrimoniale, ha chiuso il mese di novembre con una raccolta netta positiva pari a 292 milioni di euro, raggiungendo così 4.3 miliardi euro da inizio anno. Il totale delle masse comprensive del risparmio amministrato a fine novembre si è attestato a 58.4 miliardi, dei quali 45 miliardi per le masse gestite.
“Ci avviamo alla chiusura dell’anno – Pietro Giuliani, presidente del gruppo Azimut – con un risultato complessivo di raccolta netta che raggiunge i 4.3 miliardi di euro, a conferma dell’apprezzamento dei servizi di consulenza offerti dai nostri professionisti e dell’attività di diversificazione e ampliamento dell’offerta. Anche gli ultimi prodotti nel segmento degli alternativi, attualmente in fase di fundraising (raccolta di fondi) e non ancora presenti nei numeri di raccolta mensili, stanno suscitando un forte interesse da parte della clientela nuova ed esistente. La raccolta del mese di novembre è stata sostenuta in particolare dal dinamismo della rete domestica mentre il dato finale risente di disinvestimenti di mandati istituzionali registrati in alcuni paesi esteri. In questi mesi in particolare abbiamo saputo conciliare rendimenti ai clienti, con una performance media ponderata netta al picco da inizio anno del +8% a fine Novembre”.
Il gruppo Azimut ha dichiarato di aver ricevuto dall’autorità di vigilanza lussemburghese, l’approvazione per una nuova metodologia di calcolo delle commissioni variabili sui fondi lussemburghesi, definiti performance fees (un pagamento effettuato a un gestore degli investimenti per generare rendimenti positivi), in linea con quanto indicato dai principi IOSCO (International Organization of Securities Commissions). I performance fees rappresentano la remunerazione del gestore di un fondo qualora abbia ottenuto una extra performance rispetto ad un benchmark. Il nuovo metodo verrà introdotto in modo graduale sui fondi comuni lussemburghesi del Gruppo dal 1 gennaio 2020 e si baserà su di un calcolo annuale a benchmark più uno spread collegato alle diverse categorie di prodotto.