Si è scoperto che per dialogare bisogna incontrarsi
L’arroganza del potere
Maestro e discepolo chiacchieravano in un angolo quando una vecchia li avvicinò: “Allontanatevi dalla mia vetrina!”, urlò la vecchia. “State ostacolando i clienti”.Il maestro chiese scusa e cambiò marciapiede.
Continuarono a chiacchierare, quando si avvicinò un ufficiale. “Abbiamo bisogno che lei si allontani da questo marciapiede”, disse l’ufficiale. “Fra poco passerà il conte”. “Che il conte usi l’altro lato della strada”, rispose il maestro, senza muoversi. Poi si rivolse al suo discepolo: “Non dimenticare: non essere mai arrogante con gli umili. E non essere mai umile con gli arroganti.”.
Paolo Coelho
Seguo la vicenda della “terra dei fuochi”, poi dei suicidi di chi non ce la fa più, dopo dei giovani che sono già diventati vecchi, poi di varie cronache sul disfacimento e la deriva del nostro paese meraviglioso.
Cambio programma e vedo i soggetti dello scenario politico: migliaia di persone che guadagnano moltissimo per discutere di cose che sono lontanissime da quello che guardavo prima.
Pur essendo loro che dovrebbero preoccuparsi e allora la domanda ingenua diventa più forte e anche sempre più diffusa: “Ma a che cosa servono tutti questi?”
Poi arriva uno che tenta di cambiare un poco il gioco, arriva da Firenze e questo è buon segno.
Ma i cani da guardia all’immobilismo ben retribuito sono sempre all’erta.
Ieri sera, 21 gennaio, alla trasmissione Ballarò, tra gli altri, c’era una filosofa, una certa Roberta de Monticelli. Personaggio secondo me, rappresentativo di quello che ho appena detto.
Questa signora deve avere un’idea di se stratosferica e prima di parlare, compie una serie di smorfie che segnalano che il suo intervento, non potrà che essere rivelatore e profondissimo.
Si capisce che pensa di farci un dono.
La guardo attentamente e l’ascolto: dice colossali fesserie pensando ovviamente il contrario.
Il suo volto potrebbe essere un ottimo spot per rappresentare il tema del disgusto e del ribrezzo di qualcuno che sta osservando un cadavere in decomposizione.
Commenta negativamente l’eccellente pezzo di Pierluigi battista sul corriere della sera dello stesso giorno.
Non si rende conto che proprio la sua espressione, più che le sue parole, tentando di svalutarlo conferma in pieno i contenuti di Battista sul tema dell’arroganza. L’arroganza è sinistra, è il senso di superiorità nei confronti del prossimo, che si manifesta con un costante disdegno e svalutazione.
C’è l’arroganza esplicita del burocrate che sfoga la sua frustrazione costringendoci a subire forzature che offendono l’intelligenza del fare e se ci azzardiamo a chiedere il senso di alcuni procedimenti, si corre il rischio di sanzioni che consistono in altri rallentamenti o incongruenze e anche altri costi.
C’è l’arroganza mistica di coloro che per stare meglio “sopra” si mettono, apparentemente, “sotto”: sono quelli che con fare umile e strisciante sono pronti con dolcezza a propinare il veleno stupendosi che possa non piacere.
Poi c’è l’arroganza del potere di alcuni capi nelle organizzazioni, che non lo collegano alla responsabilità di risponderne in termini di risultato di valore per il sistema.
Guardo questa donna”filosofa”dall’espressione arrogante, che forse se sorridesse potrebbe essere meno brutta, e capisco che non c’è niente da fare: alcuni sono così ipnotizzati dalla presunzione di essere migliori, e quindi di possedere la verità, che anche se sono intelligenti non c’è nessun modo di farli ragionare.
Renzi è divergente, diretto, concreto, capisce che occorre davvero il dialogo.
S’intuisce che ha una formazione diversa e che usa quello che ha appreso.
Lo ascolto e mi appare chiaro che conosce la differenza tra compromesso, mediazione e accordo e sa che quello che serve per il cambiamento (e per decisioni che siano poi realizzate) è quest’ultimo e solo il dialogo lo può consentire.
Ma per Cuperlo il dialogo è una cosa diversa, io non ho capito cosa, però afferma che “non critica il comportamento di Renzi, però non è d’accordo con le sue decisioni e modi e quindi per aiutarlo glielo dice”.
Afferma davvero questo.
Lo ripeto: siccome non critica quello che dice e fa Renzi, ma non è d’accordo con quello che dice e fa decide di dare le dimissioni per aiutarlo!
Geniale, Cuperlo versione di modello evoluto di tecnologia del dialogo, ma forse dando le dimissioni lo aiuta davvero.
Non hanno ancora scoperto, alcuni di loro, che per dialogare bisogna incontrarsi e non hanno capito che per dialogare bisogna confrontare delle differenze e che sia possibile evitando lo scontro.
Tra la conferma passiva che esclude le differenze e presidia la falsa amicizia e lo scontro che vuole eliminare il nemico ci sta il territorio del dialogo.
Non possono pensare, alcuni di loro, che questo possa accadere anche con dei nemici e non arrivano a cogliere il concetto di avversario.
Renzi ha capito invece che meglio avere un buon nemico piuttosto che cattivi amici.
Molti non vogliono vincere insieme, concepiscono solo l’idea di vincere contro e così inesorabilmente perdono (vedi Bersani e tutti quelli che l’hanno preceduto).
Ma fanno perdere tutti, questo è il punto drammatico.
Parlarsi, essere affidabili, tentare la parità psicologica e riconoscere all’altro la possibilità di avere altre posizioni, sono le componenti fondamentali per vivere insieme.
Dobbiamo farlo con chi c’è, governando le ambivalenze e tentando sintesi intelligenti.
L’intelligenza nella complessità è una sorta d’ingegneria della connessione che tenta di far coesistere le differenze.
La stupidità invece cerca i massimi comun divisori.
Ma comunque davvero, è surreale: la dinamicità negativa delle cose che davvero contano è drammaticamente veloce e si confronta con la lentezza delle decisioni prese su aspetti secondari di chi ha il potere.
Quello che davvero serve ancora non si sfiora, ci sono temi tabù, vincoli considerati insuperabili e quello che si tenta è comunque dentro uno schema dove i grandi muri rimangono.
Quelli che vivono nella terra dei fuochi e aspettano interventi d’aiuto, seguono con trepidazione le considerazioni argute della filosofa su Berlusconi e anche il vigore morale di Cuperlo che non approva lo stile di Renzi.
I giovani che non hanno lavoro e quelli che l’hanno perso dopo una vita approvano ammirati che i grandi burocrati abbiano più stipendi d’oro e anche che alcuni di loro che hanno “lavorato” una legislatura vadano in pensione giovanissimi con un sacco di soldi.
Pensano che questo sia giusto, pensano che questo sia proprio quello che ci vuole!
Infatti, anche letta è soddisfatto.