Aprile nero per i consumi di carburante e non solo
Crollano vertiginosamente i consumi di carburante nelle prime settimane del mese di aprile. Il profondo rosso è iniziato già a marzo dove la domanda di carburante complessiva ha avuto perdite del 51.9%.
Questo crollo è attribuibile alla vicenda che da qualche mese oramai il traffico aereo e dei veicoli è ridotto all’osso a causa emergenza sanitaria che il mondo sta vivendo. Per l’unione petrolifera questo mese registrerà un calo del 75% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Il più vessato è il trasporto navale con una perdita stimata ad aprile del 20% rispetto al 5.6 del mese precedente. Il trasporto navale paga la riduzione drastica dei traffici marittimi, sia il blocco di navi da crociera che i collegamenti con le isole. Aprile sarà il mese decisivo per testare l’effettiva perdita nei consumi dato che solo il 10 marzo si è avuto una chiusura quasi totale di attività economiche e mezzi di trasporto.
Le ricerche condotte dalle agenzie di rating
Il risultato di quest’allarmante previsione è che al netto della certezza di una pesante recessione, le varie agenzie di rating dicono la loro. Standard & Poor’s sostiene che il prodotto interno lordo italiano scenderà quest’anno del 2.6% per risalire del 2.9% nel 2021. Fitch butta lì un – 2%, Moody’s pronostica – 4.5% nel primo semestre, Goldman Sachs vede nerissimo con una stima al – 11.6%, come dire che saremo più poveri di 207 miliardi.
Il barometro italiano e non solo indica una tempesta. Sul fronte dei consumi gli unici settori destinati a salvarsi, dice Confcommercio, sono l’alimentare con un + 4.2% di giro d’affari e ovviamente la farmaceutica per il boom di acquisti di amuchine e mascherine.
Il mal di Covid
Tra gli altri settore a patire il “mal di Covid” è la cultura (picco – 10%) e ricreazione con un buco da 8 miliardi. I cinema chiusi perdono oltre 50 milioni di euro di incassi al mese. Il Colosseo nello stesso periodo contabilizza 5 milioni di mancati incassi, Pompei 3 milioni e gli Uffizi 2 milioni. I cantieri fermi fanno dimezzare il consumo di bitumi usati per l’asfaltatura delle strade (- 46.5%).
A sorridere oltre i due settori attivi è il trend delle emissioni di gas serra e all’ambiente in generale che sta prendendo ossigeno in questo lungo stop forzato umano. Ma ovviamente di ambiente non si mangia e non si guadagna ed i massimizzatori di profitto sono sull’orlo di una crisi di nervi.
A tentare di dare una soluzione in questa situazione è Confcommercio che afferma:
<<Ci vuole una concessione di abbondante liquidità a costi molto esigui, e una serie di indennizzi proporzionali alle perdite al netto delle imposte potenzialmente dovute è necessario evitare che, dopo il coronavirus, la ricostruzione dei livelli di benessere economico, già depressi, del 2019, duri troppi anni. Il rischio è la marginalizzazione strutturale del Paese rispetto alle dinamiche internazionali dell’integrazione, dell’innovazione tecnologica, della sostenibilità e, in definitiva, della crescita di lungo termine>>.