Amarsi grazie alla musica: la Musicoterapia
“Anche se un giorno dovessi lasciarti sola e partire,
anche se quello che pensi non lo vorresti mai dire,
io, amor mio, non potrei mai farti soffrire.
Tu, dentro me, sei la musica che voglio sentire.
Solo tu, dentro me, sei la musica che voglio sentire…”
Cesare Cremonini
Quel che per tutti noi si dimostra e si offre come uno dei fondamentali e rilassanti rifugi, o uno degli impagabili tesori che abbiamo, rimane sempre la musica, la quale ci concede di poterci esprimere e rivelare; ci educa e ci “ammaestra” a trovare parole e risposte lì nei momenti in cui non ne abbiamo.
Attraverso la musica gli stati d’animo, le emozioni, i legami si convertono in suono.
Una nota può esser calma, tanto da stimolare malinconia se si è tristi, ma è anche abile nel suscitare serenità se invece i nostri sono dei ricordi azzurri.
Poi arriva il suono incalzante che ci scopre allegri, euforici e talvolta felici.
La musica sa essere un arco temporale pronto a trasportarci in un mondo totalmente differente da quello in cui esistiamo.
Quel che denominiamo “Il potere della musica” risiede proprio nel fatto che essa diventa ciò che noi vogliamo; lei corre a soddisfare le nostre necessità, tutte, da quelle emozionali a quelle fisiche.
Non è soltanto il cervello a ricevere i suoni, ma anche tutto il resto del corpo, la pressione del nostro sangue, il battito cardiaco e la pelle, sì… come quella che diventa d’oca, o rossa in viso, o quella che suda quando il cuore ci esplode dentro.
La World Federation of Music Therapy scrive della Musicoterapia, nel 1996, pressappoco così:
La Musicoterapia usa la musica e ogni suo elemento: suoni, ritmi e armonie, al fine di migliorare la relazione, l’espressione, la comunicazione.
Melodia come possibilità preziosa di migliorare la qualità della vita di ogni essere umano, rendendolo capace di confrontarsi con la società.
Ramo della scienza che studia il rapporto uomo-suono.
“Quando ascolto questa canzone, io scopro di sapermi muovere, e di saper dire, di potermi togliere la maschera, ecco. Sento di avere il coraggio di parlarti dei miei sentimenti, di farteli ascoltare tutti, uno per uno, così che tu possa venirne a conoscenza, così che tu possa sentire e vedere davvero me.”
La Musicoterapia si arricchisce di ricerca e conoscenza scientifica, in merito all’imponente rilevanza del lessico musicale, delle sue cadenze e vibrazioni.
Il suono è stato sempre, eternamente e istintivamente, strumento di recupero e rinascita per l’individuo, sin dal 1500 A.C., tempi in cui già si rivelavano gli efficaci effetti benefici della musicalità, poiché sapeva risollevare l’umanità, nella sua anima e nel suo corpo.
Inoltre, danzare era una metodologia di aiuto nel Medioevo, epoca in cui la tarantella veniva considerata un ballo in grado di lenire la sofferenza causata dal morso della tarantola.
In definitiva, la melodia è sinonimo di sostegno e difesa dalle nostre paure, è l’equivalente di riabilitazione, come mostra il lavoro delle Associazioni di musicoterapeuti che ogni giorno mirano a potenziare la loro formazione, che si fonda primariamente sul dialogo e sulla comunicazione, gestiti dalla figura del mediatore sonoro, in maniera tale che colui che ascolta possa imparare a manifestarsi con se stesso e con il gruppo, ovvero il mondo.
Udire, sentire e infine ascoltare: è questo che fa il nostro cervello. E nello stadio finale, quello dell’ascolto, la mente si attiva interamente e, pertanto elabora, risolve, si emoziona e apprende l’arte del saper vivere.
Genera un bel sorriso il venire a conoscenza, da studi recenti, del fatto che anche le piante modificano il loro processo di crescita, in relazione alla tipologia di musica che viene suonata nei dintorni.
E’ come poter avere la certezza che MUSICA significhi cibo, acqua, clima e farmaco naturale, a favore del meccanismo di sviluppo di ognuno di noi.
Semplicemente LEI può aiutarci a crescere e ad amare.