Addio alle auto a diesel e benzina: ecco il provvedimento dal 2035
Dopo il via libera del Parlamento Europeo, avvenuto con 340 voti favorevoli, 279 contrari e 21 astenuti, moltissime aziende sono in protesta contro lo stop, nel 2035, alla produzione di auto a diesel e benzina, ma recentemente sono emersi dei dati sconcertanti sulle conseguenze dello smog negli ultimi anni.
di Alessandro Alfieri
Inevitabilmente la decisione dell’UE di bloccare la produzione di auto a motore endotermico (benzina, diesel e ibride) ha generato il panico per le case produttrici, dividendo l’opinione pubblica e non solo. Secondo il comunicato, potranno essere immatricolate solo auto a emissioni zero allo scarico. Quindi nei prossimi dieci anni ci sarà un notevole aumento della produzione di auto elettriche ma si sta lavorando anche sui motori a idrogeno e alla produzione di biocarburanti.
Le conseguenze per i posti di lavoro in Italia
Secondo un recente studio della CLEPA (European Association of Automotive Suppliers), si registrerà in Italia un calo di meno 60mila posti di lavoro da oggi al 2040 e meno 275mila in Europa. Ma, allo stesso tempo, c’è un’altra ricerca, in controtendenza con la precedente, condotta da Motus-E, associazione delle imprese dell’elettrico e dal CAMI, centro di ricerca per l’innovazione auto, che ipotizzano addirittura un aumento dei posti di lavoro nel 2030 pari al 6%, per chi investirà nelle forme di energia ecosostenibili.
I dati preoccupanti
Se lo stop delle auto a diesel e benzina preoccupa dal punto di vista occupazionale, altrettanto lo sono i dati mostrati dallo studio della Motus-E, che hanno evidenziato il tasso di mortalità legato allo smog, pari a circa 60mila morti in un anno. Dati ovviamente destinati a salire se non ci saranno le dovute restrizioni.
Nella contabilità bisogna considerare tutto − afferma Enrico Giovannini, Direttore Scientifico dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS) ed ex Ministro dei Trasporti e della Mobilità Sostenibili, all’incontro “Costituzione, ambiente e future generazioni: un anno dopo, a che punto siamo?” − Questa cosa la sappiamo dal 2019 con il pacchetto “Fit for 55”, scoprirlo 4 anni dopo non è proprio il massimo della vita. Con gli altri segmenti produttivi possiamo provare a compensare chi rischierà di perdere il posto di lavoro ricordando che, tra 12 anni, molte delle persone che lavorano in quelle fabbriche saranno in pensione. Prima noi anticipiamo la riconversione – aggiunge Giovannini – prima orientiamo in nuovi posti di lavoro per avere una durabilité, come direbbero i francesi, una sostenibilità economica, che è altrettanto importante di quella sociale e ambientale.
Gli incentivi del Governo
A partire da gennaio 2023 il Governo ha stanziato 630 milioni di euro di bonus: 190 milioni per i veicoli con emissioni nella fascia 0-20 grammi di anidride carbonica per chilometro (auto elettriche); 235 milioni per i veicoli con emissioni nella fascia 21-60 grammi (auto ibride plug-in); 150 milioni per i veicoli con emissioni comprese nella fascia 61-135 grammi (incentivi esauriti); 5 milioni per i ciclomotori non elettrici (incentivi esauriti); 35 milioni per quelli elettrici e 15 milioni per quelli commerciali elettrici.