L’accusa di Der Spiegel: la Pfizer boicotterebbe le sigarette elettroniche
Boicottaggio delle alternative alle sigarette per tornaconti personali: è questa l’accusa mossa dal Der Spiegel alla casa farmaceutica Pfizer.
Il settimanale più letto in Germania, celebre per le sue inchieste e approfondimenti giornalistici, accusa infatti il colosso farmaceutico di aver finanziato campagne e associazioni tedesche contro l’utilizzo delle sigarette elettroniche e prodotti alternativi al tabacco. Il motivo sarebbe legato al guadagno che la Pfizer trae dalla vendita di prodotti antitabagismo: un giro d’affari da oltre 2 miliardi di dollari.
L’autore dell’inchiesta, il giornalista Manfred Dworschak, sostiene che la Pfizer avrebbe donato 180mila euro all’Aktionsbündnis Nichtrauchen (Unione di Azione contro il Fumo – ABNR), composta da ben 15 istituzioni tra cui l’Associazione dei medici tedesca e da autorevoli scienziati che pubblicano articoli scientifici sul tema del tabagismo, influenzando dunque l’opinione pubblica.
La Pfizer è una delle case farmaceutiche che vende più prodotti per combattere la dipendenza dalla nicotina: cerotti, gomme da masticare, spray. Non è un segreto che individui nei prodotti alternativi alla sigaretta tradizionale una minaccia alla produzione di alcuni dei suoi prodotti di punta. Paura accresciuta dal fatto che alcune ricerche scientifiche mostrano come l’utilizzo della sigaretta elettronica come mezzo per smettere gradualmente di fumare sia doppiamente efficace rispetto all’utilizzo di alcuni prodotti farmaceutici usati per tale fine.
Nell’articolo si fa riferimento anche ad altre case farmaceutiche e movimenti di denaro che l’associazione avrebbe utilizzato per la costruzione di un edificio a Berlino.
Per il momento l’Associazione ha solamente confermato di aver ricevuto soldi.
Nel caso in cui le accuse mosse da Der Spiegel fossero confermate, si tratterebbe del secondo scandalo farmaceutico nell’arco di pochissimo tempo essendo di pochi giorni fa la sentenza del giudice americano che ha condannato la Johnson & Johnson per marketing ingannevole: l’azienda avrebbe omesso informazioni cruciali circa gli effetti collaterali di oppioidi contenuti in farmaci antidolorifici.