eSports, la competitività sportiva online
I videogiochi, oltre che a guadagnarsi una posizione tra i lavori del futuro, sintetizzano la loro efficacia anche in quelli che chiamiamo ad oggi eSports.
La parola è una chiara abbreviazione di Sport Elettronico, ovvero tutte le discipline legate al videogioco svolte in maniera competitiva. Con ciò, si indica ogni evento realizzato a livello mondiale con un pubblico, arbitri, commentatori sportivi ed ovviamente un montepremi in palio. Ogni evento, viene trasmesso sulle principali piattaforme di streaming, tra cui la rinomata Twitch.
Sebbene gli eSport sembrino un fenomeno moderno, le sue origini risalgono a molto tempo fa. La prima gara ufficiale, infatti, pare si sia tenuta nel 1972 presso l’Università di Stanford. Il gioco in questione era Spacewar. Poiché non c’era una connessione adeguata, in genere si giocava nelle famosissime sale giochi. Negli anni ’80, infatti, avevano molto successo. Non solo c’era la voglia di divertirsi, ma soprattutto quella di dimostrare di essere i più forti.
La “leaderbord” faceva da padrone. La classifica dei punteggi, con l’ausilio di un nome, permetteva di stilare una lista dei giocatori più bravi. Da qui, le prime competizioni: la gente si sfidava continuamente con i titoli di Pac-Man, Space Invaders e molto altri, anche se la competizione non era diretta, ciò permetteva ai player le prime battaglie.
Nel 1980 Atari organizzò il primo evento in USA, al quale parteciparono oltre 10.000 persone con il gioco Space Invaders. Sembra proprio questa la data che segna la nascita degli eSports.
Nel 1990, con l’avvento del pc, furono molti i videogiochi che presero spazio, come Quake o Diablo. A sostituzione delle sale da gioco, nacquero le sale LAN, posti dove la connessione era di maggiore stabilità e si poteva disporre di un pc adatto al gioco. Ognuno poteva accedere e gareggiare con altri partecipanti in maniera più competitiva.
A dare man forte a tale sviluppo videoludico, c’è da annoverare Nintendo con il suo iconico Game Boy. Con l’uscita di Pokémon si diede il via ad una serie di manifestazioni che tutt’oggi continuano ad appassionare.
Il colpo decisivo, però, fu inflitto da StarCraft, quando nel 1998, diede inizio ad una serie di tornei in tutto il mondo.
Per quanto riguarda l’Italia, bisognerà aspettare il 2014, quando grazie alla nascita del GEC (Giochi Elettronici Competitivi) approderà definitivamente l’idea che gli eSports necessitano una configurazione similare alle discipline sportive tradizionali. Sono molti i titoli che ad oggi sono considerati parte dell’eSports, ma tra i più famosi, ricordiamo: CS:GO, Rainbow Six Siege, League of Legends, DOTA, Overwatch, Call of Duty, Fortnite e molti altri.
I mondiali di LoL (League Of Legends)
Tra i giochi eSports maggiormente seguiti, ovviamente compare League of Legends, un gioco di strategia in cui due squadre di cinque potenti campioni a scelta, si affrontano a colpi di abilità, fino a raggiungere la base avversaria. Sostanzialmente, lo scopo principale è distruggere la base nemica (nexus), ma prima di arrivare al cuore della base, occorre distruggere torri, eliminare nemici, ed inibitori.
Ciascuna corsia è dedicata ad un campione specifico: la top lane (corsia superiore) in genere è dedicata ad un combattente denominato tank, la mid lane (corsia centrale) è per il “mage” del team, ovvero il mago,o per l’assassins, la bot lane (corsia inferiore) è occupata da due player: un adc, il quale è adibito a fare i danni maggiori, e il suo fedele supporto, un giocatore che lo affianca nelle sue strategie di gioco.
Infine, il quinto giocatore è una sorta di jolly, il “jungler” infatti elimina i mostri della mappa, e aiuta le corsie, facendo gli agguati più avvincenti. Ogni campione, possiede cinque abilità principali, due incantesimi speciali a scelta, e fino a sette oggetti (build). La maggior parte dei campioni possiede un kit esclusivo composto da cinque abilità: una passiva, tre abilità di base e una suprema. Queste abilità sono associate ai tasti Q, W, E e R
Gli scorsi mondiali di LoL hanno raggiunto numeri record, circa 23 milioni di spettatori medi. Secondo Riot Games, la società statunitense alle spalle di LoL, il torneo ha battuto diversi record con oltre un miliardo di ore guardate in totale, con un pubblico al minuto medio di 23,04 milioni di persone. La finale dei Mondiali è stata di fatto l’evento di League of Legends più visto nella storia per visualizzazioni. Il prossimo anno i numeri si stima raggiungeranno quote da capogiro e i mondiali si terranno di nuovo in Cina, con la speranza che il pubblico torni a riempire le sale di grida ed euforia, facendo il tifo per la propria squadra del cuore.
Approfondimento con MrChuck
A parlarci del fenomeno eSports e League of Legends è Stefano Ciccone, in arte MrChuck, streamer campano, analist e coaching con all’attivo 28.343 followers su Twitch.
- Come ti sei appassionato a League Of Legends? Raccontaci la tua storia.
- Ero un ex giocatore di MMORPG e molti miei amici con la nascita di League of Legends mi avevano invogliato a provarlo e giocarci con loro, non ne ero rimasto particolarmente colpito a primo impatto, soprattutto senza grosse spiegazioni dietro, mi sembrava un gioco come un altro… anzi addirittura con una grafica bruttina all’epoca. Fu qualche mese dopo che mi capitò tra i video suggeriti su YouTube alcune partite di mondiale dell’epoca, rimasi affascinato dal numero di spettatori in quello stadio e “dall’atmosfera” che immaginavo stessero vivendo i giocatori sul palco, da lì iniziai a giocarlo molto di più, inizialmente come un gioco da giocare con amici per poi ambire in seguito a diventare come uno di quei giocatori che avevo visto.
- Avresti mai pensato che tale passione sarebbe diventata in qualche maniera il tuo lavoro?
- Non ne sono mai stato sicuro ma intorno alla Season 5 (6 anni fa) nonostante avessi già circa 20 anni, decisi di darmi una possibilità e dedicarmi a scalare nella classifica principale chiamata soloQ e accedere finalmente alle competizioni serie.
- Siamo in un momento storico dove lo streamer sta diventando una vera e propria professione. Cosa diresti a chi è ancora scettico?
- Credo che lo streamer sia una professione già da molti anni, così come lo youtuber. Recentemente, queste figure, hanno avuto molta più notorietà, grazie alla categoria “just chatting” e a molti volti noti di altri ambiti (YouTube/televisione) che affacciandosi a questo mondo hanno in un qualche modo incuriosito anche altri enti di trasmissione (sky/tv/radio). Per chi è ancora scettico riguardo la figura dello streaming a livello professionale, premettendo che qualsiasi cosa porti una remunerazione si può chiamare tale, dico che può essere anche un lavoro molto più che ben retribuito. Ovviamente dipende tanto dalla quantità di pubblico, contenuti, e tempo dedicato dallo streamer al progetto stesso.
- Perché ti sei avvicinato al mondo dello streaming?
- Ero rimasto appassionato da alcuni giocatori professionisti che avevano avuto successo in questo ambito e ho pensato di poterci riuscire anch’io.
- Twitch, ultimamente, è stato investito da un boom di fruitori, in che maniera la piattaforma di streaming differisce da altre? Secondo te, qual è la chiave del suo successo?
- È al momento la piattaforma con più remunerazione tra le varie disponibili, chiaramente non parlando di contratti riservati ai singoli streamer. In quel caso ci sono molti streamer grossi che preferiscono altre piattaforme come ad esempio Facebook gaming o YouTube, per via di contratti dedicati a loro, accordi di sicuro molto vantaggiosi.
- Parlando di eSports, cosa ne pensi del fatto che qualcuno chiede a gran voce che gli sport elettronici siano inseriti tra quelli olimpionici?
- Non credo che cambierebbe molto a livello effettivo, non vedo perché non inserirli, ma allo stesso tempo non credo sia una necessità impellente.
- Com’è la community di Twitch? Quali sono le differenze più significative con YouTube?
- Non credo vi siano particolari differenze per quello che riguarda la community, semplicemente YouTube è più noto per contenuti come video che rimangono nel tempo a cui ognuno può accedere e velocizzarlo/rallentarlo/rivederlo a suo piacimento (ovviamente non ignoro che anche YouTube abbia trasmissioni in diretta) mentre invece l’utenza di Twitch cerca di più interazioni live, essendo la piattaforma più famosa per quel tipo di trasmissioni.
- Si dice che il genere MOBA ha battuto ogni record, perché?
- Credo più che il genere MOBA sia stato proprio League of Legends che ha avuto un successo incredibile grazie anche al fatto che alle sue spalle c’è un team di professionisti, che rendono il gioco sempre “nuovo” ed allo stesso tempo “diverso” in ogni partita, grazie all’inserimento di patch settimanali ed anche grazie al genere MOBA stesso.
- Come mai, secondo te, i player italiani non riescono ad arrivare al gaming professionistico?
- Alcuni ci sono riusciti in ambito internazionale, e ci sono tantissimi italiani bravissimi che attualmente giocano e competono in team italiani e non, purtroppo, per quanto riguarda i videogames, viviamo in una nazione abbastanza retrograda. Per un giovane ambire a diventare un pro player anziché un calciatore è quasi un’idea eretica. Sia le famiglie con i loro figli sia lo stato, dovrebbero regolarizzare e tutelare molto di più questa professione. Molti giocatori italiani purtroppo ricevono retribuzioni minimali che a mio avviso non gli consentono di dedicarsi appieno a migliorare nella competizione considerando il tempo richiesto.
- Quali sono i guadagni stimati di uno streamer? Cosa consiglieresti a chi vuole approcciarsi a tale professione?
- Parliamo veramente di cifre misere come centinaia di euro mensili, fino a cifre da capogiro come 20.000/30.000 euro al giorno. Cosa consiglio? innanzitutto di non farsi attrarre solo dall’idea di queste potenziali cifre da capogiro, ma di pensare bensì a creare contenuti unici ed interessanti, insomma senza pensare troppo a diventare il numero uno o il più ricco ma bensì a conquistare una fascia di pubblico grazie a ciò che sa fare e ha passione di fare.
- Parlando da player, qual è il ruolo che ti piace giocare e perché? Quali sono le cose di LoL che ti piacerebbe migliorare? Quali sono stati i tuoi successi più grandi negli eSports?
- Da amante di giochi strategici e giochi come scacchi e affini, adoro giocare il ruolo di “jungler”, ovvero il jolly della squadra. L’idea di dover leggere le mosse dell’avversario e prevederle lo trovo affascinante e stimolante. Vorrei che gli sviluppatori tornassero un po’ di più alle origini e ad un gioco appassionante e ben sviluppato, anziché concentrarsi così tanto sul guadagnare denaro nel breve tempo tra aspetti estetici/personaggi tralasciando altri aspetti del momento gioco.
I miei migliori traguardi? Ho ottenuto 2 top 3 in Lega Prima italiana (competizione ora sostituita dal Pg Nationals) una top 4 in ESL Italia, una top 4 alla Milano VideoGamesWeek, tutti per quanto riguarda il titolo League of Legends, e ho partecipato a qualche torneo internazionale e tornei in leghe spagnole minori con varie top 16. Ho anche chiuso lo scorso anno con il rank 1 italiano nel mio ruolo e raggiunto il rank 200 europeo nelle classificate soloQ.
- Da amante di giochi strategici e giochi come scacchi e affini, adoro giocare il ruolo di “jungler”, ovvero il jolly della squadra. L’idea di dover leggere le mosse dell’avversario e prevederle lo trovo affascinante e stimolante. Vorrei che gli sviluppatori tornassero un po’ di più alle origini e ad un gioco appassionante e ben sviluppato, anziché concentrarsi così tanto sul guadagnare denaro nel breve tempo tra aspetti estetici/personaggi tralasciando altri aspetti del momento gioco.
- Riusciresti ad annoverare tra le innovazioni tecnologiche “la professione streamer?” e perché?
- Credo che siano nate tante nuove professioni grazie alla nascita dei social e di alcune piattaforme come ad esempio YouTube, Twitch, TikTok e Instagram.
Si è passati dal guardare con scetticismo chi produceva video o contenuti per questi social come fossero una “perdita di tempo”, per poi realizzare che nella società attuale, tali nuove professioni, possono produrre stipendi anche da capogiro, grandi al punto da venir sempre più regolarizzati e riconosciuti da vari stati come categorie di lavoro in ambito fiscale.
- Credo che siano nate tante nuove professioni grazie alla nascita dei social e di alcune piattaforme come ad esempio YouTube, Twitch, TikTok e Instagram.