Un’annata da dimenticare per il vitivinicolo italiano
Il settore vitivinicolo italiano è messo a dura prova dall’emergenza sanitaria Covid-19. Anche il 2020 sarà un’annata da dimenticare, dopo un 2019 difficile dal punto di vista climatico.
Il lockdown ha messo un freno alla richiesta di vini da parte di bar e ristoranti. Nonostante la vita stia tornando pian piano alla normalità, gli esperti prevedono un 2020 debole.
Un 2019 colpito dalle alluvioni e siccità
L’Italia è la produttore per eccellenza di vino al mondo. Nel 2019, come altri grandi produttori, ha visto calare i livelli di produzione del 15% rispetto al 2018.
A livello mondiale l’Organizzazione internazionale della vigna e del vino ha stimato che nel 2019 la produzione di vino è scesa del 10% rispetto al 2018. Si parla tra i 258 e 267 milioni di ettolitri attestandosi ad un livello medio degli ultimi anni dopo “una produzione eccezionalmente elevata nel 2018”.
Il declino dello scorso anno per l’Italia, la Spagna e la Francia è stato causato in modo particolare dal mal tempo. Condizioni meteorologiche non favoli in particolar modo una primavera molto piovosa e fredda seguita da un’estate molto secca e calda. I tre Stati rappresentano l’80% della produzione vinicola dell’Unione Europea.
Nuovo calo atteso per il 2020
Il 2020 non si prospetta dei migliori. Con la conseguente crisi del Covid-19, molti viticoltori sono stati colpiti dall’emergenza sanitaria. L’IWSR, una delle maggiori società di analisi del mercato delle bevande alcoliche, ha stimato che i volumi di vini fermi italiani avranno una diminuzione del 9.54%. Per quanto riguarda gli spumanti del Bel Paese la diminuzione stimata è del 16.86%.
Nonostante durante la crisi epidemica il consumo di alcool in casa sia aumentato, la società di analisi osserva che la crescita dei consumi nei supermercati non sarà sufficiente per il recupero delle perdite in altri settori del mercato. Anche a livello globale le prospettive per gli esportatori di vino non sono omogenee.
Intesa Sanpaolo e Consorzio Barolo Barbaresco
Intesa Sanpaolo e Consorzio di Tutela Barolo e Barbaresco Alba Langhe e Dogliani hanno siglato un accordo per l’accesso al credito e ai progetti di filiera per 500 cantine. Accordo firmato dal presidente dell’ente vinicolo, il produttore Matteo Ascheri, e dal direttore regionale Piemonte, Valle d’Aosta e Liguria di Intesa Sanpaolo, Teresio Testa.
I fondi sono a disposizione delle aziende agricole per l’acquisto di terreni, reimpianti vigneti, cicli di invecchiamento del vino e per il sostegno degli investimenti nel settore vitivinicolo.
La Banca sostiene dal 2015 accordi di filiera grazie ad un progetto innovativo, al quale si aggiungono ulteriori 10 miliardi di euro. L’obiettivo dei fondi è quello di creare sinergie tra le aziende fornitrici trasferendogli il merito creditizio di “capofiliera”. Nella sola Regione Piemonte sono 3000 le realtà imprenditoriali che beneficiano di questi fondi, divisi in 74 filiere. Si tratta di un giro d’affari di oltre 6 miliardi di euro.