Discoteche, settore a rischio fallimento per Covid-19
Il lockdown ha inferto un colpo durissimo all’economia italiana dove tra i tanti settori vittime da Covid-19 a subire ulteriori conseguenze sarà l’intrattenimento, in particolar modo le sale da ballo, i night e le discoteche.
Ogni weekend circa 4.7 milioni di persone passano una notte in discoteca. Il settore conta oltre 2.500 imprese e dà lavoro a oltre 50 mila dipendenti e ha un fatturato complessivo di circa 4 miliardi di euro annui pari a 8 milioni di gettito fiscale.
Gli ultimi a ripartire
Il settore è attualmente in una crisi senza precedenti dove non vi è nessuna certezza di ripresa in tempi brevi. Si ipotizza addirittura che la riapertura della movida notturna slitta a marzo 2021. E in merito alla situazione critica verificatasi Maurizio Pasca Presidente del Silb Fipe, l’Associazione Italiana Imprese di Intrattenimento, ha rilasciato alcune considerazioni.
<<D’estate ci sono quasi esclusivamente solo discoteche all’aperto. Le associazioni che fanno intrattenimento da ballo e pubblico spettacolo hanno 2.500 aziende iscritte. Siamo pronti ad aprire rispettando il distanziamento sociale. Le regole relative alla capienza prevedono una persona per metro quadrato e i gestori delle discoteche sono pronti ad aumentare la distanza fino ad un metro e mezzo. Possiamo inoltre predisporre la misurazione della temperatura all’ingresso con i termoscanner e fare in modo di far entrare le persone tramite prenotazione fornendo le generalità. Inoltre il personale della sicurezza verrebbe formato in chiave anti-covid per garantire le disposizioni governative>>.
Rischio di non riaprire
Il Presidente Pasca spiega che la situazione rischia di diventare drammatica. Sottolinea che se le riaperture delle discoteche sarebbero rinviate in autunno 2020 il 20% dei locali rischia di non riaprire più. Ma se la decisione slittasse a marzo 2021 il 70% del settore chiuderà i battenti per sempre.
Percentuali alte
Il Presidente del Silb Fipa sottolinea anche la questione che riguarda l’alto tasso di pagamento che i gestori dell’intero comparto sono chiamati a rispondere.
<<Nei decreti si parla solo delle categorie di negozi e botteghe, ma noi siamo stati dimenticati. Siamo soggetti al pagamento IVA al 22% mentre ad esempio al cinema va il 10%, oltre al pagamento sullo spettacolo ISI del 16% e della Siae del 10%. Per ogni singolo biglietto da 10 euro tutte queste tasse incidono per il 46% e tolti i 4.60 euro, con il resto dobbiamo pagare tutti gli altri costi. Ed inoltre stiamo anticipando la cassa ai nostri dipendenti non ancora pervenuta>>.
Le richieste al Governo
Ad oggi questa categoria sembra non rientrare tra le priorità del Governo nonostante questo comparto contribuisca ad una buona fetta di PIL. E per far sentire la loro voce i gestori dei locali della movida notturna hanno scritto una lettera al Premier Giuseppe Conte. Gli imprenditori chiedono misure che garantiscono loro di non avere dei costi in questo periodo stop. Tra le richieste c’è in primis “la pace fiscale” per tutti i tributi statali e locali relativi al 2020. E che alla riapertura del settore rientri la riduzione dell’IVA sui biglietti dal 22% al 10% e l’abolizione dell’ISI, sovrattassa del 16% introdotta nel 2020 che oggi si somma all’IVA. E infine si richiede il ripristino dei voucher per assumere personale stagionale anche in occasione di eventi speciali.
Party abusivi
A preoccupare i gestori delle discoteche c’è un’altra emergenza, ovvero il rischio di alcuni eventi abusivi che si starebbero già preparando sul territorio.
<<Siamo venuti a sapere che alcune persone avrebbero già affittato delle masserie per organizzare alcuni party privati>>.
Il Presidente Pasca si augura che il governo dia al più presto una risposta. Il rischio di aggregarsi in luoghi improvvisati potrebbe innescare altri contagi e creare un meccanismo davvero pericoloso per la salute pubblica.