Sanificazione, un settore in forte crescita
L’emergenza Coronavirus ha messo in ginocchio i settori dei servizi in Italia. Ad uscirne indenne da questo sfracello c’è solo un servizio ed è quello che riguarda il settore della sanificazione. Fino a prima dell’emergenza questo servizio era considerato addirittura marginale e sottopagato, invece ora sembra vivere una nuova vita.
Il commento del presidente della FNIP Confcommercio
<<L’emergenza sanitaria sta riscrivendo il glossario delle imprese clienti che, fino a febbraio scorso, nella maggior parte dei casi ti chiamavano perché dovevano e neanche ponevano troppa attenzione alla qualità del servizio che erogavi. Adesso c’è grande consapevolezza dell’importanza delle operazioni di sanificazione: ti chiedono che prodotti usi, che standard di sicurezza sei in grado di garantire>>. Ha commentato Carmine Esposito presidente della FNIP Confcommercio.
L’emergenza ha stravolto tutto
Il settore conta un valore produttivo di 12 miliardi, con circa 4.600 aziende e si divide come tutti i servizi offerti dallo Stato tra pubblico e privato. Secondo Confcommercio il pubblico è innanzitutto ospedaliero. Fino all’emergenza fa sapere l’organizzazione nelle aree a basso e medio rischio praticavamo due interventi giornalieri, in quelle ad alto rischio si saliva a quattro interventi giornalieri alla presenza costante di un operatore in loco.
Diverso il discorso nel privato dove un’azienda particolarmente sensibile poteva richiedere uno/due interventi al mese. L’emergenza ha stravolto tutto. Ha fatto incrementare le domanda di intervento ospedaliero facendo stimare tra il +50% e il +100%.
Ma un aspetto negativo c’è
E riguarda la lievitazione dei costi di produzione dei prodotti sanitari e del poco personale che ovviamente lavora eroicamente. Questi costi non vengono controbilanciati dal prezzo della sanificazione in se che rimane ai minimi, attestandosi circa a 2 euro per metro lineare. Ma nonostante questo svantaggio il settore ha guadagnato una crescita di almeno il 50-60% rispetto alla normale routine.
Gli italiani a fine emergenza dovranno capire e dare importanza ad un settore troppo spesso messo in sordina e sottopagato.