Scuola digitale, come il Covid-19 ha cambiato l’istruzione
Dopo lo “Smart Working” è la volta delle scuole. Il Coronavirus ha trasformato anche il mondo dell’istruzione. Nasce la Scuola digitale si studia da casa con l’aiuto di Google e l’appoggio del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca. La sospensione delle lezioni nelle scuole e nelle università a causa del Coronavirus ha da subito evidenziato le problematiche legate ai giorni di studio persi. Allo stesso tempo, tale situazione si presta all’accrescimento della cultura digitale in Italia, che ad oggi risultava ancora debole se si tratta d’istruzione.
La situazione in altri paesi
La Cina, paese da dove è partita l’emergenza, ha trasmesso su uno dei canali televisivi statali lezioni per la scuola elementare. Per quanto riguarda gli studenti più grandi ha dato la possibilità di adottare una piattaforma di e-learning messa a disposizione di tutti, che prevede 12 materie e oltre cento lezioni. Il governo cinese ha messo a disposizione banda e server a chiunque servisse, per permettere a tutti di poter accedere a tali lezioni online, con l’aiuto dei tre principali operatori di Telecomunicazioni.
E in Italia?
In Italia le scuole che prevedevano percorsi di didattica digitale sono riuscite prontamente ad organizzare una scuola online fornendo continuità di lezioni e completezza di materie. Il Lazio ha deciso di stanziare 3.5 milioni per la didattica a distanza. Sono 2 mila gli insegnanti che hanno seguito i webinar del Miur dedicati all’istruzione online. Tali fondi serviranno per stanziare progetti di classi virtuali didattici per gli istituti superiori del Lazio.
<<Come Governo è nostra intenzione sostenere questi sforzi che le regioni, come quella guidata da Nicola Zingaretti, stanno facendo. Possiamo farlo attraverso il Piano Nazionale Scuola Digitale, che vogliamo implementare e rendere sempre più capillare e diffuso su tutto il territorio nazionale. Questa emergenza può trasformarsi in un’occasione: non faremo mancare il nostro impegno per supportare le comunità scolastiche in questi giorni di sospensione dell’attività didattica e di chiusura degli istituti>>. Ha commentato il viceministro dell’Istruzione Anna Ascani.
I Webinar dedicati ai professori hanno trattato tematiche come l’uso del cloud, la realizzazione di videolezioni e l’utilizzo di piattaforme digitali per le lezioni di gruppo. Nella prima giornata di attivazione gli accessi sono stati oltre 35.000.
L’aiuto di Google
Google ha prontamente risposto all’emergenza, unendosi all’appello del Miur. Esso ha infatti messo a disposizione gratuitamente le sue piattaforme per la scuola a distanza. G-Suite for Education comprende Gmail, Drive, Calendar, Documenti, Fogli, Presentazioni, Moduli, Hangouts Meet e Classroom.
Hangouts Meet permette videochiamate fino a 250 partecipanti e streaming fino a 100.000 utenti, con la possibilità di salvare la lezione per rivederla più tardi. Classroom consente di creare delle vere e proprie classe virtuali, distribuire compiti e test, ricevere e fare commenti.
In diverse università tale tecnologia era già pronta, ma probabilmente sottoutilizzata. Con l’emergenza Covid-19 c’è stata un’apertura obbligatoria all’innovazione. Una delle difficoltà più impervie è senz’altro però il divario digitale, ovvero una divisione tra chi ha accesso ad internet e chi no, proponendosi di fatto come unico ostacolo per la nuova scuola digitale.
Ancora una volta, dopo lo scenario dello Smart working, il Coronavirus mette in subbuglio una società cristallizzata su fatti e modi di fare, ancora troppo vecchia per camminare di pari passo con le altre realtà mondiali.
La scuola digitale, sembra ad oggi essere, non solo l’unica opportunità per continuare gli studi, ma anche una risorsa che in futuro bisognerà sfruttare al meglio per accrescerne il suo utilizzo.