Uber e Hyundai presentano i taxi volanti
Uber, uno dei maggiori rappresentanti della sharing economy, e Hyundai, azienda coreana attiva nelle costruzioni automobilistiche, hanno annunciato la nuova partnership al CES (fiera di hi-tech ed elettronica). I due colossi hanno presentato la nuova idea dei taxi volanti da condividere grazie a veicoli elettrici capaci di decollo ed atterraggio verticale. Gli “eVtol”, così chiamati, promettono di modificare la mobilità del futuro. Avranno capacità di volo fino a 300 chilometri l’ora, 300-600 metri di altezza e potrà coprire distanze fino a 100 chilometri. Alla fiera è stato presentato solo un simulatore virtuale, affiancato da un modello per ora non funzionante. Il colosso americano del trasporto 2.0 vorrebbe offrire il servizio a partire dal 2023, ma Hyundai prevede la messa in opera definitiva di tale tecnologia soltanto nel 2028. Uber si occuperà nello specifico di progettare e fornire l’app per prenotare le corse, mentre la casa automobilistica sudcoreana produrrà il veicolo e ne garantirà la manutenzione successiva.
Il veicolo volante (così come appare nel disegno tecnico) avrà una cabina ovale, un‘autonomia di 100 chilometri, una ricarica di energia possibile in soli 5-7 minuti. Potrà trasportare quattro passeggeri e un pilota, ma nel futuro non esclude l’idea di diventare completamente un veicolo automatizzato, escludendo, di fatto, il conducente. Il valore potenziale del mercato nei prossimi decenni è stato stimato dalla banca d’investimento Morgan Stanley da un minimo di 1.400 fino a quasi tremila miliardi di dollari su scala globale, prevedendo nel futuro circa 25 mila veicoli volanti nei cieli mondiali.
Le aereo-vetture sembrano quindi essere un punto di svolta per la mobilità umana, ma anche fonte di guadagno per numerose società, infatti, molti gruppi e startup hanno progetti nel cassetto. Dalla Volkswagen alla Toyota, fino ad Airbus. Non resta che aspettare i prossimi anni quando i progetti lasceranno spazio a solide macchine in grado di arginare problemi di sicurezza, costi e durata, oltre che la necessità di una regolamentazione di fatto ad oggi non esistente.