Pensione: con un mutuo è possibile anticiparla
Il governo inizia a ragionare su come facilitare l’accesso dei più giovani al mondo del lavoro operando sull’uscita accelerata dei pensionandi.
Si tratta di una pensione anticipata pagando quel che manca dei contributi con un prestito della banca e mettendo il Tfr in garanzia.
In questo modo si darà la possibilità ai lavoratori di andare in pensione fino a quattro anni prima del previsto. Il lavoratore inizierebbe ad incassare da subito un assegno ridotto per poi restituirlo a partire dal giorno in cui va in pensione. Un’ipotesi quella della pensione anticipata che palazzo Chigi giudica la più ragionevole. In questo modo il lavoratore in pensione potrà ricevere più o meno il corrispettivo di un assegno pensionistico ogni mese per i 4 anni di ‘anticipo’. Quando il lavoratore in questione raggiunge gli anni per uscire dal mondo del lavoro e quindi matura i requisiti, l’Inps inizia ad erogargli la pensione. Per i primi tempi però il suo assegno sarà ridotto: l’Inps tratterrà infatti una parte della pensione mensile che girerà alla banca o al fondo pensione come rimborso del prestito e pagamento degli interessi. Una sorta di mini mutuo, concesso da banche o fondi pensione, con la garanzia dello Stato così che l’intervento sulla flessibilità in uscita, che costerebbe tra i 5 e i 7 miliardi di euro, possa essere quasi a costo zero per le casse statali. Un ruolo importante quindi oltre alle banche sarà ricoperto dallo Stato che dovrà essere pronto ad intervenire con sgravi fiscali sugli interessi per agevolare l’uscita dal lavoro di categorie sociali a reddito medio-basso, alle quali fanno parte quei lavoratori che a causa di alcune distorsioni della legge Fornero restano spesso intrappolati nelle aziende senza potersene andare. Per poter andare in pensione anticipata, la pensione lorda mensile non può essere inferiore a 2,8 volte l’assegno sociale, oggi pari a 448 euro (almeno 1.250 euro, ndr). Per ottenere, invece, l’assegno di vecchiaia, l’ipotesi di pensione deve essere moltiplicata per una volta e mezzo quell’assegno: 670 euro. Pier Carlo Padoan, ministro dell’Economia e delle Finanze, afferma in proposito: “Sicuramente ci sono margini per ragionare sia sugli strumenti che sugli incentivi che sui legami tra sistema pensionistico e mercato del lavoro in modo tale da migliorare le opportunità sia per chi sta per andare in pensione sia per chi deve entrare nel mercato del lavoro. Quindi io sono sicuramente favorevole a un ragionamento complesso e sono sicuramente aperto a fonti di finanziamento complementari che si possono studiare”.