Microsoft e Apple: guerra al governo Usa
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Ieri la Santa Alleanza, oggi quella hi-tech. Apple e Microsoft uniti contro un avversario comune: il governo degli Stati Uniti. Il casus belli è il trattamento dei dati personali. Dopo la strage di San Bernardino e la diatriba tra FBI ed Apple sulla decrittazione dell’iPhone appartenente al terrorista, anche Microsoft prende posizione in favore della tutela della privacy dei clienti dinanzi alle richieste di enti governativi. Non solo. La società di Bill Gates passa al contrattacco: citazione in giudizio con destinatario il dipartimento della giustizia statunitense. L’accusa è di infrangere la Costituzione nel momento in cui le caselle di posta elettronica dei propri clienti vengono infrante a loro insaputa dagli investigatori.
La posta in palio è alta. Le implicazioni di difficile classificazione. Il cartello tecnologico rivendica dietro ad un alone di buoni propositi libertari l’unica causa a cui – legittimamente – tiene realmente: il profitto. E la sicurezza dei dati, in questo senso, diventa un elemento decisivo. Sull’altro versante, quello che fa riferimento alle unità governative, c’è il tema scottante dell’uso e dell’abuso dei dati sensibili e delle dinamiche di controllo sulla cittadinanza. Soprattutto quest’ultimo punto viene accentuato nella cloud generation dove ognuno è indotto a depositare le proprie identità ed i propri spostamenti all’interno della grande nuvola digitale. Assimilazione o sopravvivenza che sia.
La partita è aperta. Trovare un compromesso tra le due parti in causa sembra un’impresa proibitiva, ma necessaria. A maggior ragione se si pensa all’espediente controverso con il quale l’FBI sarebbe riuscita a sbloccare l’iPhone dell’artefice della strage di San Bernardino: il ricorso ad hacker professionisti. In un periodo dove si parla di chiusura delle frontiere e a pochi giorni dalla dipartita di Gianroberto Casaleggio, fervido sostenitore del web al servizio della libertà da ogni prospettiva, il dualismo controllo-autonomia, in questa bagarre, sembra quasi voler sintetizzare le due vicende. Sarà il legislatore ad esprimersi sulla questione. Ironia della sorte è che l’Apple, il cui spot manifesto è il lancio del Macintosh a squarciare lo schermo del grande fratello orwelliano, potrebbe essere costretta ad essere sorvegliata. Sarebbe beffardo se con un tablet android.