Cybersecurity: boom d’imprese anti-hacker in Italia
Sono in aumento le aziende capaci di contrastare i rischi per la sicurezza e per la privacy: secondo un’elaborazione Unioncamere – InfoCamere sui dati del registro delle imprese delle camere di commercio tra la fine del 2017 e i primi tre mesi del 2019, le aziende di cybersecurity sono aumentate del 300% (passando da poco meno di 700 a oltre 2.800 unità). Gli addetti sono passati da 5.600 a 23.300, equivalendo ad una media di 8 per azienda al 31 marzo di quest’anno.
Dal punto di vista delle performance finanziarie nel 2017, il valore della produzione è stato di quasi 2 miliardi di euro, in crescita del 10,6% rispetto a quello realizzato dalle stesse imprese nel 2015. In media in Italia vi è un valore di produzione di circa 2,4 milioni di euro pro-capite. Con il 42,5% del totale, la Lombardia è la regione con un fatturato delle imprese di 835 milioni, seguita dal Lazio con 307 milioni e terza l’Emilia-Romagna con 233 milioni.
Per quanto riguarda le regioni con la più alta concentrazione di imprese anti-hacker il Lazio risulta al primo posto con 634 imprese (il 23% del totale), seguito dalla Lombardia con 492 aziende.
Campania, Sicilia e Puglia sono le regioni più sensibili al contrasto professionale del cyber-crime. Mentre Lombardia, Lazio e Trentino-Alto Adige sono le regioni in cui le imprese hanno creato più opportunità di lavoro nel settore della cybersecurity con 13.909 occupati (il 60% di tutto il settore). La Campania si colloca al quinto posto nella classifica nazionale e prima nel Mezzogiorno con 1.153 occupati (il 4,9% del totale).