Netflix: crescita degli abbonati sotto le aspettative
Che la profezia dell’insostituibilità della vecchia e cara sala cinematografica stia per avverarsi? Al momento questa resta ancora una previsione totalmente utopica. Certo, però, che il tasso di crescita degli abbonati di Netflix per la prima volta scende al di sotto delle aspettative.
Negli USA, infatti, nel secondo trimestre del 2019 i nuovi abbonati sono stati 2,7 milioni: una cifra altissima, eppure non soddisfacente se rapportata ai numeri attesi, ossia 5 milioni. Numeri inoltre che perdono ulteriormente valore se considerati nell’impianto degli abbonati totali che recentemente è calato di circa 130.000 abbonamenti. La causa? L’aumento dei prezzi e la programmazione debole che porterebbe gli utenti statunitensi a preferire diverse piattaforme di streaming o altre forme di intrattenimento. Conseguenza immediata: nella giornata del 17 luglio, i titoli Netflix perdono fino al 12% a Wall Street.
Un aumento dei prezzi avvenuto anche in Italia, dove a partire dal 20 giugno gli utenti hanno visto addebitarsi uno o due euro in più sulle tariffe mensili (a seconda della tipologia di abbonamento). A giustificare l’aumento, come spiegato in una nota, gli investimenti nei nuovi programmi e film, nonché le spese per il miglioramento generale del servizio. Investimenti che, negli anni passati, si sono trasformati comunque in vantaggi per il nostro Paese: basti pensare alla produzione di serie tv come Suburra e Baby.
In controtendenza, invece, i ricavi. Alla fine di giugno, il secondo trimestre si chiude con ricavi in crescita del 26% derivanti dai 151,6 milioni di abbonati in tutto il mondo. Numeri altissimi che fanno di Netflix non solo la piattaforma di videostreaming con più utenti al mondo, ma anche il sintomo di un fenomeno sociale che individua nell’house cinema un nuovo modo di intendere il tempo libero. Tanto che, in relazione al fenomeno, si è adattata una nuova terminologia che partendo dal binge watching (il guardare una serie TV in modo compulsivo) si sviluppa sulla base di un nuovo enorme e globale fenomeno di massa.
A spaventare gli analisti, però, la prospettiva dell’ingresso nel mercato nei prossimi mesi dei servizi streaming della Disney, Apple e AT&T con conseguente cambio della programmazione Netflix: alcuni programmi, infatti, per ragioni di produzione e marchio saranno spostati su piattaforme diverse. Resta scongiurato il rischio che Netflix faccia ricorso alla pubblicità per incrementare ulteriormente i suoi ricavi: nella lettera agli azionisti il colosso del videostreaming nega apertamente questa eventualità.