IKEA chiude lo stabilimento a stelle e strisce

Ha destato perplessità la decisione di Ikea relativa alla chiusura del suo unico stabilimento produttivo negli USA. Si tratta dello stabilimento di Danville, in Virginia, che chiuderà i battenti nel mese di dicembre. L’impianto, ha fatto sapere il colosso dell’arredamento, verrà trasferito in Europa dove i costi risultano minori. A pesare sulla produzione sarebbero, infatti, i costi delle materie prime utilizzate nella realizzazione dei pezzi d’arredo.
Nata nel 2008, la fabbrica di Danville dà lavoro a circa 300 dipendenti. Sorta in un centro di appena 44.000 abitanti ha ridato vita all’economia di una cittadina il cui precedente business era impiantato sulle industrie tessili e sugli impianti di produzione e trasformazione di tabacco. Non si è trattato, tuttavia, di un beneficio a senso unico: nell’aprire il suo impianto a Danville, Ikea ha ottenuto circa 3,8 milioni di dollari di incentivi dallo Stato e dagli enti locali. Un do “ut des” che ha permesso, oltre alla creazione di nuovi posti di lavoro, la metamorfosi economica di un centro prevalentemente residenziale. Bert Eades, direttore dello stabilimento, ha dichiarato: “Abbiamo compiuto ogni sforzo per mantenere competitivo lo stabilimento. Ma sfortunatamente non ci sono le condizioni giuste per continuare a produrre”.
L’impianto è solo uno dei quaranta presidi produttivi del marchio svedese. Gli altri sono distribuiti tra Europa, Cina e Russia, per un totale di 20.000 lavoratori (solo nel ramo produttivo). Luoghi in cui la fase della produzione non ha lo stesso impatto economico che avrebbe in territorio statunitense. Ai dipendenti in licenziamento, però, Ikea ha deciso di non rimanere indifferente. L’azienda ha infatti dichiarato che collaborerà con le agenzie e la comunità di Danville al fine di trovare ai suoi ex dipendenti nuove opportunità lavorative nonché di individuare un nuovo soggetto imprenditoriale che vada a occupare il ciclopico stabilimento nell’area industriale della città.
La chiusura dell’impianto rientra in un piano di ristrutturazione aziendale annunciato da Ikea lo scorso anno e che, secondo le previsioni, porterà a un taglio di 7.500 posti di lavoro per poi determinare, nei due anni successivi, la creazione di 11.500 nuove posizioni. Un sacrificio dovuto, secondo Ikea, nella prospettiva di un ingrandimento che, si prospetta, avverrà nell’area europea e quella cinese.