CSM nel caos
Durante il plenum straordinario di Palazzo dei Marescialli tenutosi martedì 4 giugno 2019, il vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura David Ermini ha commentato la bufera scatenatasi in magistratura nei giorni scorsi sull’inchiesta di Perugia. “Ferita profonda e dolorosa. Siamo di fronte ad un passaggio delicato – denuncia il vicepresidente del Csm – o sapremo riscattare con i fatti il discredito che si è abbattuto su di noi o saremo perduti” .
L’inchiesta di Perugia vede indagati Luca Palamara e Stefano Rocco Fava (pubblico ministero a Roma) e il togato dimissionario del CSM Luigi Spina. Le dimissioni del togato Luigi Spina e l’autosospensione di Corrado Cartoni, Antonio Lepre, Gianluigi Morlini e Paolo Criscuoli non avranno conseguenze sull’attività del Consiglio Superiore della Magistratura. In base alla legge istitutiva, infatti, ”per la validità delle deliberazioni è necessaria la presenza di almeno dieci magistrati e di almeno cinque componenti eletti dal Parlamento”. I magistrati che siedono al CSM sono in tutto 18, 16 togati eletti più i vertici della Corte di Cassazione, primo presidente e procuratore generale; con i 5 togati in meno attualmente sono 11, quindi un numero sufficiente per garantire l’operatività.
“In questi giorni è in corso una campagna di stampa che confonde – commenta in una nota Paolo Criscuoli – e sovrappone indebitamente i piani di una indagine penale relativa a fatti rispetto ai quali sono del tutto estraneo, come già emerso, con l’attuale attività svolta presso il Consiglio Superiore della Magistratura”.
”I gravissimi episodi emersi da quanto riferito dalla stampa in relazione alle indagini svolte dalla procura di Perugia, suscitano sconcerto, turbamento e anche indignazione nei magistrati italiani – si legge nel documento dell’Associazione nazionale magistrati – I profili di rilevanza penale e disciplinare saranno oggetto delle valutazioni dei competenti organi. Emergono, in ogni caso, gravissime violazioni di natura etica e deontologica: incontri, avvenuti al di fuori della sede istituzionale del consiglio e aventi ad oggetto anche la nomina dei Procuratori di Roma e Perugia, ai quali hanno partecipato consiglieri in carica, due deputati, uno dei quali magistrato in aspettativa e l’altro imputato nell’ambito di un procedimento trattato dalla Procura della Repubblica di Roma ed un ex consigliere, aspirante all’incarico semidirettivo di procuratore aggiunto di Roma e indagato dalla procura di Perugia”.
Aggiunge, infine, il presidente dell’Associazione nazionale magistrati Paolo Grasso: “Io ritengo, e vi propongo, di chiedere che il CSM condivida con l’Anm, con i magistrati, gli atti ostensibili dell’indagine rivelata dagli organi di stampa, per permetterci di capire, discernere, valutare. Io vi propongo di chiedere ai colleghi coinvolti di smentire, confermare, spiegare, distinguere. Così che potremo mantenere la nostra dignità di magistrati e cittadini; reagire in modo conforme alle condotte”.