Net Neutrality: di chi è la rete?
Utilizziamo le applicazioni ed i servizi che Internet ci mette a disposizione con una tale semplicità e velocità che spesso non ci poniamo le domande più semplici: di chi è Internet? Chi decide cosa deve essere trasmesso sulla rete e a quale velocità? Beh, la risposta a queste domande è stata (almeno finora): nessuno!
La rete così come la conosciamo oggi è nata con uno spirito di apertura e condivisione, senza alcun pregiudizio sulle informazioni che la attraversano. Così è stato dal 1970 quando le prime università americane iniziano a collegarsi tra di loro e a sperimentare l’invio delle prime informazioni sotto forma di mail o pagine web. Ancora oggi nessuna differenza viene fatta se inviamo e-mail, guardiamo un film in streaming o se inviamo messaggi con Twitter, Telegram o Whatsapp.
Questo approccio democratico ai contenuti trasmessi sulla rete viene identificato con il termine “Net Neutrality“, termine coniato da Tim Wu, docente di Legge presso la Columbia University di New York, che sostanzialmente si può sintetizzare così: in una rete informativa pubblica tutte le informazione che passano attraverso di essa devono essere trattate allo stesso modo. Ad oggi gli ISP (Internet Service provider), ovvero le aziende che portano internet alle nostre case, non fanno nessuna differenza sul tipo di uso che ne facciamo e trattano le nostre richieste, siano esse streaming video, messaggi o email, allo stesso modo. Ovviamente la decisione del modello che la rete deve avere appartiene in ogni caso ai governi e il 26 febbraio del 2015 il presidente degli stati uniti di allora, Barack Obama, in supporto alla Federal Communications Commission (la commissione federale per le telecomunicazioni americana), ha votato per mantenere una forte indipendenza della rete obbligando i provider a non fare nessuna distinzione tra i servizi messi a disposizione della rete.
Questa ovviamente è stata un’ottima notizia, considerando che gli Stati Uniti rappresentano un riferimento forte anche per i paesi europei. Purtroppo, un’ombra si sta abbattendo sui buoni propositi dell’amministrazione Obama: il 14 Dicembre del 2017 infatti il neo presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha deciso di dare un colpo di spugna alla Net Neutrality per cancellare le modifiche volute da Obama. Infatti, la FCC si è riunita, sotto la guida di Ajit Pai, designato al ruolo di presidente della FCC proprio da Trump, per rimuovere l’obbligo imposto agli ISP di non violare la Net Neutrality ed ha approvato con la maggioranza di 3 membri su 5. Ajit Pai ha un passato proprio in Verizon, potente multinazionale delle telecomunicazioni, che ha sempre criticato la Net Neutrality, definendola un ostacolo all’innovazione della rete.
Cosa accadrà in futuro? Per prima cosa bisogna dire che tutto questo, per ora, riguarda solo gli Stati Uniti, ma essendo l’America un riferimento globale sul tema Internet, non ci vorrà molto che altri Paesi europei seguano gli stessi passi. Nella pratica quello che potrà accadere è che gli ISP possano iniziare ad offrire abbonamenti personalizzati nel quale includere oltre alla linea ADSL anche servizi per lo streaming video o per i servizi di messaging. A guadagnarci saranno soprattutto le grandi aziende che avendo a disposizione una forte liquidità avranno la possibilità di garantirsi le condizioni migliori sulla rete, a scapito degli utenti che si troveranno a dover acquistare servizi aggiuntivi per non vedere limitata la propria esperienza di navigazione. E a scapito delle piccole aziende e delle startup, che non potranno sperimentare nuovi servizi online. Anche i normali servizi dei quali ora usufruiamo normalmente, come visualizzare le proprie telecamere di sorveglianza, potranno diventare un servizio a costo aggiuntivo rispetto al normale servizio offerti.
Ad oggi far diventare Internet a “doppia velocità” sembra solo una concessione ai colossi delle telecomunicazioni americane, mentre lo sviluppo e la crescita dei servizi sono stati spinti proprio dalla libertà con cui si possono offrire sulla rete nuove ed innovative soluzioni, in qualche caso partendo dal garage di casa.