Transizione: le aziende italiane sfidano i cyber criminali
I consigli di amministrazione aziendali vengono rielaborati per far fronte ai nuovi rischi
8 aziende italiane su 10 stanno rielaborando la composizione del proprio consiglio di amministrazione, al fine di garantire la presenza di personale qualificato nel settore della cybersecurity, questo quanto emerso dal report “Future of Cyber: una visione cyber-first per la sicurezza e la creazione di valore – il punto di vista delle aziende italiane”, realizzato da Deloitte.
Ciò è la diretta conseguenza della preoccupazione che è stata instillata nelle aziende italiane negli scorsi anni. Basti pensare che nel 2022 il 98% di queste ha subito attacchi informatici, in 2/3 dei casi questi sono stati gravi o estremamente gravi.
Preoccupazione più che necessaria se si pensa ai seri danni che può comportare un attacco informatico: il 40% dei dirigenti italiani intervistati affermano che questo genere di imprevisti possono portare a una perdita di fatturato, mentre il 36% a una vera e propria perdita di valore di mercato dell’azienda. Ma i rischi non si fermano a questo, il 52% riferisce che un cyber attacco può incidere anche normativamente, tenendo conto della possibilità di ricevere multe e sanzioni per inadempienza alle procedure di cybersecurity.
Il 42% è invece preoccupato per conseguenze strategiche ed operative, ma porta turbamento anche il deturpamento della brand reputation. Il 44% pensa infatti che si possano aver ripercussioni sull’immagine aziendale, mentre il 46% pensa alla sfiducia da parte dei clienti.
Tutto ciò è prova del fatto che la transizione digitale, uno dei cardini e simboli dell’epoca in cui ci troviamo, sta portando con se non solo nuovi vantaggi, ma anche nuove ansie, sintomo del cambiamento che sta investendo anche l’approccio all’imprenditoria, che deve trovare il suo spazio tra nuove opportunità e pericoli.