(di Giovanni Romano) “L’uomo più crudele del mondo” del giovane drammaturgo e regista Davide Sacco. Ha debuttato al teatro Bellini di Napoli. Paolo Veres Interpetrato da Lino Guanciale è l’uomo più crudele del mondo appellativo che Veres ha guadagnato grazie agli affari della sua fabbrica di armi divenuta molto importante in Europa.

Compare davanti a Veres un giornalista (Francesco Montanari) di una testata locale che ha scelto appositamente Veres per un’intervista.

Vi è uno scontro tra due figure contrapposte e lontane tra di loro dove Veres rappresenta lo stereotipo della crudeltà che ama il denaro ed il potere in contrapposizione al giornalista che è un bravo ragazzo a cui la vita ha destinato un lavoro mediocre e poca fama.

Nella storia si evince che dapprima i due antagonisti sono diversi tra loro vittima e carnefice per poi divenire simili e con ruoli ribaltati. Questo fa interrogare lo spettatore sul concetto di crudeltà che mentre in un primo momento appare chiaro e preciso seguendo la storia fa riflettere sui tanti interrogativi intorno.

Prologo

L’uomo più crudele del mondo, Paolo Veres, è seduto alla sua scrivania in una stanza spoglia di un capannone abbandonato. Davanti a lui un giovane giornalista di una testata locale è stato scelto per intervistarlo. La chiacchierata prende subito una strana piega e in un susseguirsi di serrati dialoghi emergeranno le personalità̀ dei due personaggi e il loro passato, fino a un finale che ribalterà̀ ogni prospettiva.

 

Crediti:

testo e regia Davide Sacco

 

con Lino Guanciale, Francesco Montanari

 

scene Luigi Sacco

luci Andrea Pistoia

organizzazione Ilaria Ceci

 

produzione Fondazione Teatro di Napoli – Teatro Bellini, LVF, Teatro Manini di Narni